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Lega spaccata

Il presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, Damiano Tommasi

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Ma davvero può saltare anche la seconda giornata di serie A? In un irreale weekend di fine agosto svuotato dallo sciopero dei calciatori rimbomba assordante la preoccupazione dei tifosi di tutta Italia, accomunati in una protesta a suon di striscioni: dal laconico «Smettiamo di tifare per coglioni coi milioni» apparso a Firenze, al duro «Quando è morto Gabriele hai preferito giocare, per assurde pretese hai preferito scioperare» esposto a Bergamo. Le trattative per scongiurare lo «chiusura a oltranza» della serie A riprenderanno però soltanto domani. Ieri Giancarlo Abete ha contattato al telefono il presidente della Lega Beretta e quello dell'Associazione calciatori Tommasi per fare il punto della situazione e fissare due appuntamenti per le prime ore della nuova settimana, fondamentale per risolvere la questione del contratto collettivo. Difficile si sblocchi qualcosa prima di giovedì prossimo, data della prossima infuocata assemblea di Lega. Infuocata, sì, perché le rassicurazioni del discusso Beretta sulla presunta unità d'intenti delle società sono state smentite dai fatti. I club, è vero, hanno sostenuto a larga maggioranza la battaglia su fuori rosa e contributo di solidarietà, ma si sono poi spaccati sul fondo di garanzia proposto da Abete e soprattutto sulla proposta di accordo-ponte avanzata da Tommasi. Milan e Juventus restano irremovibili, mentre alcune società - Roma, Napoli, Fiorentina, Palermo, Cagliari, Parma, Siena e Bologna - hanno espresso la volontà di sottoscrivere per un anno il contratto concordato lo scorso dicembre (senza il richiamo al contributo di solidarietà e con la vecchia formulazione della norma sui fuori rosa integrata dall'interpretazione federale) per poi ridiscutere l'intero impianto dell'accordo. Come finirà? Difficile prevederlo. In un panorama già ingarbugliato si sono inseriti Della Valle con l'idea sulla «Consob del pallone», e soprattutto Galliani: «I calciatori rinuncino per un anno al contratto collettivo, noi non chiederemo nuove regole sul contributo di solidarietà». Un'idea bollata come «stupidaggine» da Zamparini, a riprova del caos che regna in Lega. Sullo sfondo, per ora, restano il discusso Abete, per nulla convinto della possibilità di commissariare la Lega, e soprattutto l'imbufalito presidente del Coni Petrucci, in attesa di nuovi sviluppi prima dell'annunciato intervento.

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