Accordo più vicino, Serie A in campo il 10-11 settembre
"La Federcalcio non accetterà ulteriori slittamenti all'avvio del campionato". "Errare è umano, ma perseverare con un'altra giornata di sciopero sarebbe diabolico". "I calciatori sono i primi a voler tornare al più presto in campo". Le posizioni rispettivamente di Figc, Lega di Serie A e Assocalciatori, al termine della giornata di incontri a Roma, sembrano finalmente convergere: il weekend del 10 e 11 settembre il pallone tornerà a rotolare, gli stadi riapriranno, i tifosi potranno sostenere i propri beniamini sugli spalti o davanti alle televisioni. La seconda giornata di Serie A, insomma, non subirà spostamenti a causa del lungo tira e molla per il rinnovo del contratto collettivo. A vigilare sul regolare svolgimento dello spettacolo più amato dagli italiani sarà anche il Coni che non tollererà un secondo stop. Per questo il presidente Petrucci sta studiando un piano alternativo nel caso in cui la fumata bianca non dovesse arrivare in tempi rapidi. Il massimo dirigente sportivo italiano - mentre il presidente della Figc, Giancarlo Abete, riceveva separatamente prima la Lega di Serie A (Maurizio Beretta) e poi l'Assocalciatori (Damiano Tommasi) per riprendere la trattativa - ha avuto una serie di incontri con avvocati penalisti, civilisti e amministrativisti, e con il presidente dell'Alta Corte di Giustizia presso il Coni, Riccardo Chieppa, in cui sono state approfondite tutta una serie di tematiche legate all'eventualità di una nuova rottura, evenienza che al Coni si vuole assolutamente scongiurare. I giuristi hanno prospettato a Petrucci un ventaglio di soluzioni di intervento, anche in considerazione della valenza pubblicistica del Coni, di quello che rappresenta il fenomeno calcio in Italia, e della tutela dei tifosi, "patrimonio di passione da non disperdere". L'intervento in extremis del Coni, tuttavia, potrebbe non servire. In primis perché il nodo legato all'introduzione del contributo di solidarietà (e a chi dovesse successivamente pagarlo tra club e giocatori) è stato sciolto direttamente dalla maggioranza parlamentare. Al termine del vertice Lega-Pdl, infatti, la manovra finanziaria ha subito alcune modiche, tra cui appunto quella della sostituzione del contributo di solidarietà con nuove misure fiscali (resterà a carico dei soli membri del Parlamento). "Non è mai stato un problema per i calciatori - ha comunque ribadito il numero uno del sindacato, Tommasi - e, adesso che è stato eliminato, lo sarà ancor meno per le società. È un nodo in meno sulla vicenda". Per arrivare al rinnovo del contratto collettivo, però, c'è ancora da superare l'ostacolo relativo all'art.7, quello che riguarda gli allenamenti differenziati dei giocatori di prima squadra. "Il paradosso è che sia noi che la Lega sappiamo di cosa stiamo parlando - ha ammesso Tommasi -, quali sono i problemi da affrontare e risolvere, ma probabilmente mancano nella lingua italiana le parole per tradurlo nei fatti ed evitare così speculazioni da entrambe le parti". Ad occuparsene saranno quindi tecnici e legali che dovranno trovare una formula magica, è il caso di dirlo, in grado di accontentare e tutelare sia il sindacato (che teme sempre il mobbing) sia la Confindustria del pallone (che non vuole rinunciare all'autonomia dello staff tecnico di decidere come impostare il lavoro della squadra). Il testo, poi, dovrebbe essere sottoposto giovedì al vaglio dell'assemblea di Lega che tornerà a riunirsi a Milano (ma i presidenti dovrebbero avere un incontro informale già mercoledì a cena). "Il punto forte di tutta la vicenda sarà l'assemblea da cui uscirà qualcosa di nuovo - ha concluso Tommasi -, il quadro dopo sarà a tutti più chiaro". Se lo augurano tutti, soprattutto i tifosi.