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Sciopero serie A, Tommasi: "Non vogliamo lo stop ad oltranza"

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Il presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, Damiano Tommasi

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«Il nostro obiettivo non è fermare il campionato a oltranza, noi saremo contenti solo quando scenderemo in campo». Il presidente dell'Aic, Damiano Tommasi è pronto a riprendere i colloqui per trovare una soluzione al braccio di ferro con la Lega sul rinnovo del contratto dei giocatori con la speranza che l'11 settembre la serie A possa giocare. «Non siamo contenti, noi volevamo firmare l'accordo e giocare - ha detto Tommasi ospite di Radio anch'io lo sport -. Volevamo una lega serie, unita, compatta con delle idee e oggi non siamo a questo punto, e per questo non siamo contenti. Noi ci teniamo a iniziare il campionato alla prossima giornata. Beretta non ha potere, non ha deleghe precise e può solo riferire quello che fa l'assemblea: è questo che nei colloqui manca».   Tommasi sottolinea che i due punti su cui si è arenata la trattativa, ovvero il contributo di solidarietà e gli allenamenti differenziati sono dei «falsi problemi». E che il contratto era stato già sottoscritto lo scorso dicembre. «L'anomalia è proprio questa, se ci fosse qui il mio predecessore (Campana ndr) sarebbe più amareggiato per un impegno, una promessa presa a dicembre e oggi non mantenuta - spiega il presidente del sindacato calciatori -. Il contributo di solidarietà non è un problema: quanto agli allenamenti separati si risolverà tutto perchè nella maggior parte delle società non c'è l'uso di usare in maniera discriminatoria la norma. L'art. 7 ha fatto sì che Pandev si svincolasse». Per Tommasi c'era proprio la volontà di non far partire la serie A. «Beretta ha detto che l'anomalia è che tutti hanno il contratto - ha sottolineato Tommasi -, pensano che la categoria non abbia bisogno di fare l'accordo. Non è vero che non c'è stata comunicazione tra i presidenti, che in questi giorni hanno parlalo eccome, ma di altro. Io giovedì ero ancora ottimista, cercavo la soluzione e la Lega mio chiedeva due righe per annunciare lo sciopero: ora non mi pongo il problema del dieci o undici settembre, ma di oggi pomeriggio per trovare la soluzione. Saremo contenti solo quando potremmo giocare».

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