Calcio in sciopero, slitta la Serie A
Calderoli: "Le società ci ripensino"
Non si gioca. Lega e Aic non sono riuscite a mettersi d'accordo e sabato e domenica, il campionato di calcio non parte. Il Presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta ha detto "no" all'estremo tentativo operato da Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Calciatori (Aic) che, viste le parti ancora molti distanti, aveva tentato la carta del "contratto-ponte" fino a giugno, proposta che è stata rispedita al mittente. La Federcalcio, da parte sua, ha preso atto ed ha ufficializzato il rinvio della prima giornata di serie A 2011-2012. Per Beretta, "Quella dell'Aic era una proposta fatta per farsi dire di no. Hanno riproposto - spiega - il vecchio contratto firmato dall'Aic e dal presidente Campana. Quindi mesi di lavoro sull'articolo 7 (allenamenti con la prima squadra, ndr) e sulla questione centrale del contributo di solidarietà, cancellati con un colpo di spugna: sarebbe stato un enorme passo indietro. Quella dell'Aic era una proposta di immagine, tattica, ma per farsi dire di no". Non la pensa così Damiano Tommasi: "Il contratto-ponte - spiega Tommasi - poteva essere valido fino al 30 giugno 2012 sulla base dell'accordo raggiunto nel mese di dicembre 2010 limitandolo appunto alla sola stagione sportiva ai nastri di partenza. In questo modo, si poteva riaprire la piattaforma contrattuale e vagliare le nuove richieste avanzate solo in questi giorni dai Presidenti di Serie A, in un ambiente piu' sereno e con tempi confacenti alle recenti istanze sollevate". Anche in relazione al contributo di solidarietà, uno dei motivi della rottura tra Lega e Aic, l'ultima proposta dell'Associazione Calciatori puntava a "cambiare la scadenza per aspettare che la legge mettesse nero su bianco cose che al momento non ci sono ma ha prevalso la linea del no a prescindere e ci adeguiamo. Ma non volevamo questo". La serie A, a questo punto, slitta al 10 settembre ma non è detto. "Ci confronteremo ancora - ha aggiunto Tommasi - la nostra posizione resta che senza accordo non vogliamo cominciare il campionato". "C'è amarezza perché c'erano tutte le condizioni perché questo non avvenisse", ha detto il presidente della Figc, Giancarlo Abete - E' assolutamente incomprensibile il fatto che non si sia arrivati alla firma dell'accordo collettivo per situazioni collegate all'ipotetico contributo di solidarietà e all'articolo sette sugli allenamenti differenziati. Occorre immediatamente attivarsi perché, come avvenuto in Spagna, anche in Italia questo tipo di evento traumatico sia limitato ad una sola giornata di campionato". Il Presidente dell'Aia, Marcello Nicchi si è detto "come consigliere federale avvilito e come cittadino, preoccupato. Tutto il Paese dovrebbe prendere esempio dagli arbitri: sono sempre al loro posto, sempre leali, sempre corretti - spiega Nicchi - noi non parliamo di miliardi, non abbiamo contratti da documentare. L'Aia è inattaccabile".