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«Tante aspettative sul trio Nba ma la pressione non ci spaventa Regalare all'Italia il pass per Londra 2012 sarebbe straordinario»

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Primaun infortunio a pochi giorni dagli Europei 2007, poi la schiena da rimettere a posto avevano negato a Danilo Gallinari, oggi stella dei Denver Nuggets, di poter essere protagonista in Nazionale. Ma il momento sta per arrivare e negli Europei di Lituania, al via il 31 agosto, il talento di Sant'Angelo Lodigiano sarà uno dei protagonisti con Bargnani e Belinelli. «C'è tanta attenzione su noi tre, a volte troppa. Ma l'Italia è una squadra, un gruppo che sa bene cosa deve e non deve fare, guidata da un ottimo allenatore. Ma la pressione non ci spaventa». L'impressione è che i meccanismi della Nazionale fatichino a carburare. «Ha ragione Pianigiani, in alcune occasioni la fluidità diminuisce e ci impantaniamo. Sono dettagli che dobbiamo correggere prima degli Europei per provare a essere più costanti». Qualcuno dei suoi compagni parla di grandi obiettivi, lei invece fa il pompiere. «Sono realista e rimango convinto che ci siano Nazionali superiori, composte da giocatori che hanno una grandissima esperienza maturata in tanti anni di Eurolega, con i propri club, ad alto livello». E al presidente del Coni Petrucci che vi considera da podio cosa risponde? «Che mi auguro di cuore che azzecchi, come gli capita spesso, il pronostico. Il pensiero di prendere parte a un'Olimpiade (le prime tre si qualificheranno direttamente per Londra 2012 ndc) mi emoziona». Qualcuno dice che all'Italia per far bene manchino chili e una regia di personalità. «Sull'assenza di chili sono assolutamente d'accordo, è oggettivo. Ma cercheremo di trasformare la nostra atipicità in una virtù. Invece sono convinto che i nostri play siano pronti per un torneo ad alto livello». Dopo tre anni negli Usa ricorda l'Inno di Mameli? «Ne conosco ogni parola e cantarlo prima delle partite per me è un grandissimo onore». Lei è un figlio d'arte. Pensa che il destino abbia regalato a lei il talento per compensare la grande grinta che era la dote di papà Vittorio? «Questo è un luogo comune. Ho dimostrato in più di un'occasione di essere uno che sa combattere e non si tira indietro». La situazione del lockout Nba non si sblocca. È vero che sta per accordarsi con Milano? «Assolutamente no. Non ho firmato con nessuno e ora le mie priorità, personali e sportive, sono altre. Penserò al futuro solo dopo gli Europei». Nel mondo dello sport, negli Usa come in Europa, si accosta la parola sciopero agli atleti. Cosa ne pensa? «Che è una situazione figlia di questo tempo. Viviamo momenti di disagio generale che toccano tutte le categorie, anche gli sportivi. Io spero che nella Nba si trovi una soluzione presto». Anche perché George Karl, il coach di Denver, la vuole leader dei Nuggets. «Non posso che ringraziare e dimostrare sul campo, quando si giocherà, che la fiducia è ben riposta». È tifosissimo del Milan. Dopo lo scudetto la Supercoppa. Non è sazio di successi? «Macché, vincere non stanca mai, specie se lo si fa contro l'Inter. Abbiamo ancora fame: il prossimo campionato e la Champions sarebbero una bella accoppiata. Ma certo il Barcellona mi sembra stellare».

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