Lamela: orgoglioso di essere qui
Le scommesse portano la maglia numero 8. Il cambio di gestione a Trigoria, però, ne ha modificato la tipologia. Un anno fa era Adriano, adesso è Lamela. Trovate le differenze all'arrivo: brasiliano, già affermato, 28 primavere alle spalle, qualche chilo di troppo addosso, un curriculum abbastanza problematico e una presentazione in pompa magna al Flaminio per il primo; argentino, 19 anni, magro come un chiodo, in rampa di lancio e una normalissima conferenza stampa di presentazione per il secondo. Il passato è andato come andato, meglio pensare al presente e al futuro. Due cose che, per la Roma, dipenderanno moltissimo dal sinistro capace di disegnare origami, dalla rapidità di gambe, dall'abilità nel dribblare e dai numeri da potenziale fuoriclasse di Erik Lamela, «El Coco». Lamela perché ha scelto la Roma? «Perché è un grande club, uno dei più importanti in Italia e nel mondo, e ha tanti grandissimi giocatori. Sono molto orgoglioso di essere qui». Ha già parlato con Luis Enrique e con i suoi nuovi compagni? «Un pochino, nei limiti del possibile. Ma sto già imparando l'italiano per farlo nel migliore dei modi». Cosa ha pensato dell'esclusione di Totti e Borriello contro lo Slovan? «Ho visto la partita, la Roma ha giocato bene e mi è piaciuta molto. Il risultato finale mi è sembrato ingiusto. Le esclusioni di Totti e Borriello sono decisioni dell'allenatore e vanno rispettate». Come sta la sua caviglia destra? Ce la può fare a essere a disposizione di Luis Enrique per giovedì nella gara di ritorno con lo Slovan o per la prima di campionato a Bologna? «L'importante, per me, è recuperare dall'infortunio e arrivare al massimo della condizione. La caviglia sta migliorando, la prossima settimana vedremo come si evolverà la situazione. Ovviamente sarà il medico a decidere quando potrò rientrare». La sua posizione preferita in campo? «Punta esterna, destra o sinistra». Ritiene di avere le caratteristiche per essere uno degli intermedi in un centrocampo a tre? «Sì, ma sarà il mister a decidere la migliore posizione per me». Sabatini ha detto che lei è uno «scoop di mercato»... «Lo ringrazio, è una definizione che mi piace. Solo il tempo dirà se manterrò le promesse». Lo sa che è arrivato in uno spogliatoio famoso per essere pieno di elementi con una personalità importante? L'impatto la spaventa o pensa di essere all'altezza? «La Roma è una grande squadra, so che ci sono dei grandi giocatori. Non ho timori, anzi sono contento e orgoglioso di condividere lo spogliatoio con tanti campioni». C'è un modello a cui si ispira? «Ce ne sono tanti, come Messi, ma ognuno deve essere se stesso e fare il massimo. Credo che la presenza dei compagni argentini mi sarà di grande aiuto». Che ne pensa della situazione che sta attraversando Zarate nella Lazio? «Non mi piace parlare di cose che non mi riguardano». La Roma e il River Plate hanno due tifoserie molto passionali: vuole lanciare un messaggio ai suoi nuovi tifosi? «Ai romanisti prometto solo che darò il massimo». Perché ha scelto la maglia numero 8? «È un numero che mi è sempre piaciuto ed era uno di quelli disponibili». Chissa se qualcuno gli aveva spiegato perché non era più occupato.