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Infinitamente Idem

La canoista azzurra Josefa Idem

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«Ho dato una pagaiata a vuoto in partenza e dovuto recuperare l'equilibrio. Ma ormai avevo perduto una lunghezza da quelle in testa, uno svantaggio che ho visto subito incolmabile. Comunque va bene così, il mio obiettivo in questi Mondiali era qualificarmi per Londra 2012. Ad aprile ho avuto una forte infreddatura che mi ha stoppato a lungo e poi un problema tre settimane fa alla spalla sinistra. Ci posso stare». Il settimo posto (e la qualificazione per i Giochi Olimpici 2012) sono il bottino di Josefa Idem, sul K1 m 500, ieri ai Mondiali di Canoa a Szeged (Ungheria) contro avversarie che potevano essere tutte sue figlie. L'azzurra (nata in Germania nel 1964, italiana dal 1991 per matrimonio) a settembre compirà 47 anni. Quando la vincitrice della sua gara, la tedesca Nicole Reinhardt, è nata nel 1986, Josefa (che ha fatto pure la poliziotta a Goch, la sua città in Westfalia) aveva già centrato un bronzo sul K2 alle Olimpiadi di Los Angeles 1984 e partecipato a tre Campionati del Mondo, oltre un Europeo Junior. Una gara fulmicotone (favorita dal vento in poppa) quella del K1, specialità regina della canoa rosa (la Idem ci ha vinto in 7 Giochi un oro, due argenti e due bronzi, oltre a 5 titoli iridati in 22 Mondiali), con la Reinhardt subito avanti braccata dall'ucraina Osypenko campionessa uscente, la portoghese Portela battuta da Josefa in eliminatoria e dall'ungherese Kozak sostenuta da un tifo assordante. Ai 250 m l'azzurra (allenata dal marito Guglielmo Guerrini che l'ha portata in Italia dopo i Giochi di Seul 1988) passa sesta appena dietro l'australiana Nicholls ma davanti alla finlandese Rikala, la danese Hansen e la kazaka Sergeyeva. Nella seconda metà gara si scatena la massiccia pagaiatrice del Kazakistan che salta quattro avversarie, Idem compresa e sul traguardo insidia (1'48”704) il bronzo all'ucraina Osypenko (1'48”668) quella che - con lo stesso cappelletto a caciottella del suo Paese ben calzato - soffiò per 4/1000 l'oro di Pechino 2008 all'azzurra. Vola pure la magiara Kozak, la quale per soli 330/1000 cede (1'47”396) l'oro alla germanica Reinhardt (1'47”066). Quinta Australia (1'49”136), sesto Portogallo (1'49”910, settima Italia (1'50”054), poi Danimarca(1'50”570) e Finlandia (1'51”050). «Sono felicissima, mi auguro che questa qualificazione sia di buon auspicio per Londra e chi mi conosce sa che non andrò a fare una vacanza: Voglio l'oro, la medaglia che ho sempre stampata in mente. Appena a casa inizierà la preparazione per Londra. A volte mi piacerebbe essere solo una madre di famiglia che si gode la vita con il marito e i sui figli, ma arrivare alla mia ottava finale olimpica sul bacino di Eton e magari mettere paura a queste avversarie-ragazzine mi stuzzica troppo» ha chiuso la Idem, al suo 23° Mondiale e al 33° anno con la pagaia in mano. Qualcuno la candida a portabandiera azzurra proprio a Londra. «Non avrei problemi - dice la Idem che ha partecipato due volte ai Giochi sotto i colori della Germania - ma più che altro credo che ci siano delle ragazze che hanno tutti i titoli per farlo. Credo che Valentina Vezzali sia quella che lo meriti di più perché ha vinto tanti titoli e ha conquistato un Mondiale 4 mesi dopo aver dato alla luce un figlio».

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