Il Milan avvisa tutti
Un Milan largamente incompleto e praticamente senza attacco (assenti Ibrahimovic, Pato e Inzaghi) è bastato per rifilare due gol alla Juventus nelle fasi iniziali del Trofeo Berlusconi, ultima partita per entrambe le formazioni prima dell'inizio del campionato: la coppa è data così ai campioni d'Italia, tonici e motivati. Viceversa, se Conte sperava di avere risposte importanti dalla sua squadra in ottica scudetto – nonostante alla vigilia avesse predicato calma – queste non sono arrivate, almeno nel primo tempo: troppo più squadra i rossoneri, troppo lenta viceversa la manovra dei bianconeri, scolastici e in affanno anche con chi avrebbe dovuto mostrare i piedi buoni. Da Pirlo a Vucinic, da Vidal (schierato a sinistra) a Krasic, nessuno nel primo tempo ha fatto il suo dovere. Al contrario, la squadra di Allegri ha sciorinato un Boateng stellare al di là del gol (fantastico) segnato con una girata al volo di destro su cross di Abate: tutti però hanno fatto il proprio dovere, a partire da Cassano dimagrito e tonico ed elogiato da Berlusconi. «Le qualità che ha superano le sue ombre». Bene anche Seedorf (il raddoppio è arrivato per merito suo, con una perla su punizione che ha lasciato di sasso Buffon), Nesta e Abate. Troppo, per la Juve dei primi 45' che si è resa pericolosa solo con un sinistro di Marchisio stampatosi sulla traversa. Nella ripresa, con Del Piero al posto di Matri (acciaccato, così come Boateng e Taiwo), la Juve trovava in fretta il modo di dimezzare lo svantaggio: assist del capitano, tocco di misura di Vucinic e Abbiati battuto. Il Milan, dopo avere rinunciato anche a Nesta, sbandava e allora la Juve cresceva: il numero dieci e il montenegrino si intendevano a meraviglia e un po' tutta la squadra andava loro dietro. Il Milan andava vicino al 3-1 quando un braccio di De Ceglie, a una dozzina di minuti dalla fine, intercettava una conclusione a botta sicura di Flamini: poi era Krasic a mangiarsi il 2-2, prima che K. Boateng colpisse una traversa.