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Petrolieri russi, sceicchi arabi, miliardari cinesi: sport stravolto dalle economie in espansione Dopo gli «scippi» al calcio nostrano, l'ultima frontiera sono i campioni del basket americano

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Eto'oha già accettato l'offerta dell'Anzhi e le ragioni sono presto spiegate: tre anni a Machakala, piccola capitale del Daghestan, frutteranno al camerunese la bellezza di 60 milioni di euro. Ora ai russi basta accontentare l'Inter: tra oggi e domani Kerimov formulerà l'offerta decisiva, vicina ai 30 milioni richiesti da Moratti, ed Eto'o raggiungerà la clinica romana di Villa Stuart per le rituali visite mediche. Segni di un calcio che cambia, seguendo inevitabilmente le oscillazioni dell'economia mondiale. Un tempo dominava l'Occidente, oggi soffia forte il vento dell'Est, con oligarchi russi e sceicchi arabi a dominare la scena. L'Inghilterra, come sempre, ha anticipato i tempi: tra fallimenti americani e petrolieri russi, con Abramovich in testa, tre anni fa la Premier League ha accolto la rivoluzione dello sceicco Mansour Bin Zayed Al Nahya. Tre mesi per ambientarsi a Manchester, sponda City, e poi il crack, con l'offerta-shock (oltre cento milioni di euro) per Kakà, comunque rifiutata dal brasiliano. Nel calcio moderno, però, il cuore non può resistere al fruscio dei petroldollari. E così, a suon di offerte galattiche, Mansour è riuscito a mettere in piedi la squadra sognata, con «El Kun» Aguero ultimo costosissimo tassello (43 milioni di euro). Il miliardario russo Kerimov ha osservato, preso nota e si è alfine lanciato, lo scorso gennaio, in un'impresa ancor più complicata, almeno all'apparenza. La ricetta vincente? Soldi, soldi e ancora soldi. Duecento milioni per il nuovo stadio, altrettanti per rinforzare la rosa. Poi, magari, ci vuole un po' di pazienza: all'inizio bisogna accontentarsi dell'ex gloria Roberto Carlos, bloccato a 38 anni per 9 milioni di euro a stagione. Ora, però, Kerimov è pronto ad accogliere Eto'o e sfatare un altro mito: i soldi non convincono soltanto i giovani (vedi Zarate) o «gli anziani» (come Cannavaro, finito a fine carriera in Dubai), ma anche un fenomeno di 30 anni, nel pieno della maturità psicofisica. E se poi non ti chiami Anzhi, ma Paris Saint Germain, tutto è più facile. Per informazioni chiedere allo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani: in due mesi il nuovo proprietario del club francese, sostenuto secondo Libération dal tifoso Nicolas Sarkozy, è stato capace di spendere 85 milioni e saccheggiare l'Italia (Pastore, Menez, Sissoko e Sirigu). Un esempio seguito da Abdullah ben Nasser, 58 milioni investiti quest'anno per potenziare il Malaga. Il vento dell'est soffia sul calcio e il presidente della Fifa Joseph Blatter se n'è accorto, avallando (non senza polemiche e totale chiarezza) le candidature di Russia e soprattutto Qatar per i Mondiali 2018 e 2022. Ma il vento dell'est soffia anche sugli altri sport, come ad esempio il basket. Demirören, miliardario presidente del Besiktas, sta cercando di sfruttare appieno l'opportunità fornita dal lock-out della Nba: dopo Deron Williams (5 milioni a stagione, con possibilità di rescindere il contratto appena lo sciopero terminerà), il club turco ha tentato l'ingaggio di Kobe Bryant (5.5 milioni di euro per sei mesi) e ora tenta il colpo Kevin Durant. Lo stesso Bryant è corteggiato anche dalla Cina, dove gli offronto 1.5 milioni di euro al mese. L'Oriente avanza, l'Italia resta a guardare.

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