Finalmente Italia
Un segno dagli astri. L'Italia dissolve l'incubo ricorrente dell'agosto azzurro, trova i gol che mancavano da tre anni, rimanda battuta la Spagna regina del calcio mondiale, che per altro nelle amichevoli più recenti aveva fatto collezione di brutte figure. Un premio eccessivo per i venti minuti in cui l'Italia aveva fatto bella mostra di sé, creando serie difficoltà agli illustri rivali. Poi però erano stati gli ospiti a dominare il campo, in modo talvolta imbarazzante dopo che le sostituzioni avevano snaturato la fisionomia della squadra di Prandelli. Ci voleva un po' di fortuna, per un auspicio favorevole in vista della stagione che ci porterà alla fase finale dell'Europeo. Meglio fortunati che bravi, si diceva una volta. Un assioma che il tempo non ha modificato. C'era anche tanta storia, in questa amichevole estiva, l'Italia di quattro coppe del mondo e i dominatori delle stagioni più recenti, titolo europeo in Austria e Svizzera tre anni fa, poi il trionfo nel primo mondiale ospitato dall'Africa. Qualche defezione di rilievo nelle file spagnole, poi presto avrebbe abbandonato Torres, al suo posto il gigante Llorente, e prima del riposo anche Piquè, rilevato da Busquets. Per l'Italia nessuna rinuncia significativa, tanto da proporre al tecnico qualche problema di scelta, prima di decidersi per un attacco con caratteristiche simili a quelle dei rivali, piccoletti maestri del palleggio e dell'abilità negli spazi brevi. Fascia di capitano, a sorpresa, per Cassano, che avrebbe dimostrato di meritarla, lui a guidare l'offensiva azzurra condotta con grande aggressività e con lucidità nonostante il disturbo del maestrale. Criscito libero di imperversare a sinistra, suo lo splendido mancino frenato dal palo, suo l'assist per Montolivo, a sua volta perfetto nel pallonetto a beffare Casillas. Vantaggio difeso con lucidtà per altri venti minuti, nessun reale pericolo per Buffon, poi la pressione spagnola si è fatta insistente, da applausi i ricami di Iniesta, il più bravo dei suoi insieme con Casillas, miracoloso su Rossi. Non usurpato dunque il pareggio spagnolo: ingenua la trattenuta di Chiellini su Llorente sul cross di Cazorla, freddo Xabi Alonso nella trasformazione. Tutto sommato un bel primo tempo, partita di grande sacrificio di tutto il centrocampo azzurro, il palleggio delle furie rosse crea difficoltà anche a giocatori di qualità e di solida esperienza. Come sempre avviene, ripresa in tono minore per la girandola dei cambi, fuori troppi protagonisti, a partire da Iniesta e Casillas per finire con Cassano che si guadagna la standing ovation. Ma il pallino del gioco resta in mano agli spagnoli, gli azzurri stentano a sottrarsi alla morsa, il doppio cambio in attacco porta al tiro Balotelli senza successo, Buffon finalmente all'opera con bravura e fortuna. Una grande punizione di Pirlo con prodezza di Valdes, per il resto tanta Spagna, ma il gol lo trova Aquilani, la deviazione sul suo destro beffa il portiere del Barcellona. Questo è il calcio.