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SuccessoNell?esordio all?Olimpico il francese abbatte la Real Sociedad con un gol di testa e tante altre buone giocate

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Presentazione in stile americano, fischi per Reja e per i partenti Nel finale Sculli chiude la gara ma il bel gioco è ancora latitante

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è.Cissé stende subito la Real Sociedad, raddoppio in chiusura di Sculli, il resto è da dimenticare. A cominciare dai fischi preventivi a Reja che per carità ha le sue colpe ma non merita un trattamento del genere, per finire alla prova complessiva davvero modesta a solo una settimana dall'esordio in Europa League. La serata si apre con l'ingresso della Lazio qualche minuto prima delle 20 per il riscaldamento: i quindicimila dell'Olimpico scattano in piedi per applaudire la squadra. Mezz'ora più tardi lo speaker scandisce a uno a uno i nomi dello staff e dei tecnici. Qualche fischio della Nord per Reja che prende il microfono: «Faremo meglio dell'anno scorso» e i tifosi gradiscono almeno il grido di battaglia. Tocca ai giocatori, applausi per quasi tutti (fischi per Carrizo, Foggia, Makinwa, Del Nero e Garrido, quelli che la società sta diperatamente cercando di piazzare sul mercato), delirio per Zarate, Ledesma, Klose, Marchetti e Cissè. Poi entra in scena lei, Olympia, la più amata dalla gente laziale. Due giri perfetti, il terzo però finisce in mezzo al campo e non sul trespolo. Presagio sinistro? I laziali di buona volontà hanno diritto agli scongiuri di rito. L'avversario è la Real Sociedad, Liga spagnola, formazione di buon livello, arbitra Banti di Livorno. Come avvio non è proprio il massimo visto che il fischietto toscano ha affossato la Lazio nella decisiva trasferta di Napoli costata con ogni probabilità una ventina di milioni di euro e la qualificazione in Champions League al club di Lotito. Tant'è, si comincia con le scelte di Reja che già fanno discutere. Senza Klose, Zarate è in panchina (un segnale per il futuro?): spazio a Rocchi in attacco con Cissé che ormai parte defilato sulla destra. Al francesone bastano 270 secondi per conquistare, semmai ce ne fosse bisogno, il popolo laziale. Angolo di Ledesma, stacco imperioso e 1-0 con tanto di tripla capriola. Gli spagnoli incassano ma reagiscono e cominciano a prendere in mano la partita soprattutto a centrocampo dove i mediani biancocelesti vanno subito in inferiorità numerica. Si soffre dietro e ci si appoggia al contropiede: lancio di Mauri, Rocchi sciupa l'occasione del raddoppio. I ritmi sono estivi, Reja si sgola per chiamare il pressing e far salire la sua banda venti metri più avanti. Verso la mezz'ora la situazione migliora, il gioco si velocizza, gli spazi tra i reparti si accorciano: la Lazio migliora ma non ruba l'occhio, non entusiasma la sua gente. Sul finire del primo tempo parte il coro per Beppe Signori, spontaneo di tutto lo stadio perché i laziali sono così, non ti mollano nel momento del bisogno e l'ex capitano non se la passa bene di questi tempi. Nella ripresa i cambi stravolgono la squadra iniziale: tocca a Bizzarri, Zauri, Matuzalem, Zarate e Kozak. Dopo un quarto d'ora di nulla dentro Diakitè e Sculli ma ormai la partita vive di spunti individuali. Certo, da Maurito ci si aspetta qualcosa di più ma sembra davvero fuori dal progetto. Poi ancora sostituzioni, tante, da una parte e dell'altra fino al gran gol di Sculli che chiude il conto.

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