Lazio, le quattro incognite
Lo scoppiettante mercato estivo ha ridestato l'entusiasmo nella tifoseria, le ultime amichevoli con il cambio di modulo hanno restituito risultati e sicurezze alla squadra. Eppure in casa Lazio non sono tutte rose e fiori. Nonostante una campagna acquisti salutata con favore da critica e sostenitori, Edy Reja si è trovato a fare i conti, nel primo mese di ritiro, con problemi che le mosse societarie, al momento, non sono riuscite a risolvere. La lista Uefa resa nota lunedì ne ha evidenziati alcuni. In primo luogo per quello che riguarda la difesa. Tra i 25 nomi, infatti, manca quello di Guglielmo Stendardo. Un'esclusione che attesta un'evidente carenza d'organico. I centrali a disposizione per i playoff di Europa League sono solo tre: Biava, Dias e Diakité. Quelli della scorsa stagione ai quali si aggiungerà Stankevicius appena avrà superato i problemi fisici. Il lituano, in ogni caso, non nasce centrale. Ha giocato in quel ruolo nelle ultime stagioni ma nessuno garantisce che offra più sicurezze di Stendardo. Con Biava e Dias oltre i 30 anni, insomma, non sembra che il reparto sia stato rinforzato. Stesso discorso si potrebbe fare per i terzini. Qui a mancare non è l'abbondanza, anzi. Ma preoccupano le condizioni fisiche di Konko, erede designato di Lichtsteiner. Se lo svizzero aveva dimostrato una certa solidità (100 partite nei tre campionati in maglia biancoceleste), altrettanto non si può dire per il francosenegalese, che nelle ultime tre stagioni è sceso in campo solo 57 volte. Chi sono i sostituti? Cavanda è stato scartato dal tecnico ed è in lista di sbarco, Garrido non rientra nel progetto, Zauri è sempre dato in partenza anche se, per i primi impegni ufficiali, Reja non se ne è voluto privare. A conti fatti, rischia di giocare tante partite il sempreverde Scaloni. Massimo rispetto per la serietà dell'argentino, ma Lichtsteiner era certamente un'opzione più affidabile. Poi ci sono gli scontenti, o potenziali tali. Il primo è certamente Kozak. Il ritorno al 4-2-3-1 risolve diversi problemi, ma crea una grande abbondanza nel ruolo di attaccante centrale. Così il ceco si ritrova ad essere considerato quarta punta dopo Klose, Cissé e Rocchi. Più o meno la stessa situazione in cui Libor partiva l'anno scorso. Ma dopo un campionato di alto livello (sei reti in 19 scampoli di partita) probabilmente si aspettava di trovare più spazio. Anche per questo Kozak starebbe valutando l'idea di cambiare aria. Gli estimatori certo non gli mancano, Cesena in primis, ma la formula voluta dal presidente Lotito (prestito secco) rende le cose più complicate. Infine c'è Gonzalez. L'uruguaiano, che sta per tornare dalle vacanze, è reduce da una Coppa America giocata e vinta da protagonista. Nella Lazio, però, il suo ruolo rischia di essere marginale. Escluso dall'undici titolare sulla trequarti esterna (dovrebbero trovarvi posto Cissé e Mauri) parte anche dietro a Zarate (se resta) e Sculli. L'anno scorso, dopo essere stato a lungo in panchina nella prima parte di stagione, manifestò in modo evidente il suo malcontento. Cosa accadrà quest'anno? La soluzione, ancora una volta, sarebbe lo sfoltimento dell'organico. Ma su quel fronte, al momento, è ancora tutto fermo.