Daniele Palizzotto Anche a Pechino la festa è rossonera.
Unsuccesso per 2-1 sofferto, arrivato in rimonta, ma alfine meritato dagli uomini di Allegri. Sotto gli occhi attenti e interessati di tifosi certo inusuali, 70 mila cinesi ricoperti di maglie e bandiere delle due squadre milanesi, i rossoneri hanno conquistato il Nido d'Uccello, stadio ormai tabù per l'Inter, già sconfitta due anni fa a Pechino dalla Lazio. Eppure stavolta i nerazzurri hanno davvero creduto nell'impresa. Merito delle intuizioni di Gasperini, appena sbarcato alla Pinetina ma bravo a rimescolare le carte e creare problemi ai campioni d'Italia. Costretto a rinunciare ai titolari Maicon, Lucio, Nagatomo, Cambiasso e Milito, il tecnico piemonente ha intuito le difficoltà tattiche dell'Inter e rivoluzionato la squadra. Tre soli difensori, cinque centrocampisti più Sneijder a sostegno dell'unica punta, naturalmente Samuel Eto'o. Squadra corta, difesa altissima e pressing continuo, con il sacrifico delle ali tanto amate dal Gasperini genoano. Il fine, però, giustifica i mezzi, e per i primi 40' la palla è sempre nei piedi dei mediani nerazzurri, mentre Seedorf, Boateng e Robinho sono costretti al torello. Un dominio tattico e territoriale suggellato dallo splendido gol dell'1-0, siglato al 22' da Sneijder con una punizione bellissima e imparabile per l'incolpevole Abbiati. Pur controllando la partita, però, l'Inter non riesce mai a impensierire in modo serio il portiere rossonero. Il palleggio dei nerazzurri è apprezzabile dal punto di vista estetico, ma inefficace a livello pratico: nel primo tempo gli unici a tentare la via della rete sono il solito Sneijder, Stankovic, Alvarez ed Eto'o, ma sempre con conclusioni imprecise. Fallita una clamorosa occasione con Robinho in avvio e subita la supremazia territoriale dell'Inter, negli ultimi minuti del primo tempo il Milan fornisce i primi segnali di vita: basta una discesa sulla desta di Abate e un cross apparentemente innocuo per innestare il micidiale Ibrahimovic, che anticipa tutta la difesa nerazzurra e di testa colpisce il palo, mentre Julio Cesar assiste impotente. E nella ripresa il copione si dimostra mutato. L'Inter finisce la benzina e perde inesorabilmente campo, mentre il Milan conquista metro dopo metro. Per il gol del pareggio bisogna aspettare il 15', quando un gran lancio di Robinho, anonimo fino a quel momento, premia l'inserimento dell'olandese: il cross al centro trova pronto il solito Ibrahimovic. L'Inter si spaventa e si innervosisce, Allegri inserisce Pato e uccide la partita: al 24' il lancio di Abete sorprende la difesa nerazzurra, il Papero aggancia e tira al volo, Julio Cesar devia la conclusione sul palo, ma nulla può sulla ribattuta di Boateng. Gasperini prova a raddrizzare il risultato inserendo Pazzini e Castaignos, ma il Milan trema solo nel recupero, quando Eto'o pareggia in netto fuorigioco. Poi si scatena la festa rossonera.