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Pisolo tra i giganti sembra proprio a suo agio.

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Altroche indolenza. Primo mondiale, generazione Novanta e un posto tra Cesar Cielo, che porta a casa l'oro dopo il perdono, e Alain Bernard, fermo al bronzo. Un vero e proprio boom più che una sorpresa per un ragazzino vissuto nella provincia veneta che sembra avere i 50 sl nel sangue. Uno scansafatiche che da ieri diventa il «vice-Bolt». «Ero determinato a fare qualcosa di grande - ha detto il 21enne a fine gara - ed è venuta fuori una gara pazzesca. La mia partenza non è mai un granché, poi ho perso il braccio sinistro e sott'acqua ho cominciato a imprecare. Sono riemerso e guardando Cesar mi sono esaltato. Ho pensato che se ero vicino a lui stavo andando bene. Ora stare in mezzo a questi due giganti mi fa impressione». Questo argento sa di incredibile perfino per lui. «Sono rimasto senza parole. Io non li preparo neanche i 50 e poi basta vedere il campo dei partenti: ero il più piccolino, a maggior ragione è pazzesco». E allora ecco che lo scansafatiche si trasforma in uno sprinter mondiale. La sua è la quinta medaglia per il nuoto azzurro in piscina che si aggiunge a quelle d'oro di Federica Pellegrini nei 200 e 400 sl e agli argenti di Fabio Scozzoli nei 50 e 100 rana. Un ragazzo normale che dedica la sua vittoria ai genitori e alla sua fidanzata, «è lei che mi ha detto di crederci». E se nessuno avrebbe scommesso, almeno non così presto, su questo ragazzo - 1,92 per 80 chili, esile rispetto agli altri giganti - ogni tanto fa bene cambiare idea. Fab. Pel.

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