Lavori in corso. La Roma stenta a Innsbruck
Bacie abbracci da Menez, tre schiaffoni dal Psg e il contentino di uno striminzito 1-0 al Wacker. Per la Roma c'è ancora parecchio da lavorare. Con De Rossi (affaticamento al quadricipite sinistro), Cicinho, Juan e Bertolacci fermi ai box per piccoli acciacchi e la coppia Bojan-Heinze preservata per quando avrà qualche allenamento in più nelle gambe, Luis Enrique si è dovuto accontentare di allestire una Roma sperimentale. Così sperimentale, specialmente in difesa con Cassetti e Antei centrali (Rosi e Josè Angel sulle fasce), da essere anche tremendamente ballerina e incompiuta. Per il Psg, dopo l'1-0 al modestissimo Wacker, domare una Roma così è stato facile come bere un bicchiere d'acqua. Il totem Hoarau, al 2' e al 31', e Gameiro, al 30', si sono divertiti come dei matti a sparare sul pianista Curci, abbandonato al suo destino da una difesa formato groviera. Non che il resto della compagnia giallorossa abbia fatto meglio: squadra lunga, centrocampo (Viviani regista, Pizarro e Greco intermedi) accartocciato su stesso e tridente Borriello-Totti-Caprari spuntato. Menez, in campo per 29' e a un passo dal gol dell'ex, e soci hanno ringraziato cordialmente e si sono presi la "Innsbruck Cup". Le cose, per l'erigenda Roma, sono andate leggermente meglio con il Wacker. Rivoluzioncina: fuori Curci, Josè Angel, Antei, Greco, Totti e Borriello; dentro Lobont, Taddei (basso a sinistra), Brighi, Perrotta, Verre e Vucinic. Pronti, via e dopo un minuto Caprari, imbeccato da Pizarro, ha fatto centro. Qualche lampo del miglior Vucinic, una traversa di Perrotta, il calo nel finale, un paio di balli proibiti davanti a Lobont e la frittata del pareggio al 44' di Hinterseer evitata da una bandierina alzata per un fuorigioco millimetrico. «Non sono preoccupato, è tutto nella norma», ha minimizzato Luis Enrique. Il cantiere giallorosso resta aperto.