Fabiana Pellegrino Sua maestà e il piccolo principe sono una coppia improbabile.
Praticamentedue antipodi, eppure l'Italia oggi si affida a loro. Federica Pellegrini e Fabio Scozzoli lottano per la finale, rispettivamente, dei 200 stile libero e dei 50 rana. La prima è chiamata a difendere un oro e un bis che le spettano da Roma 2009, l'altro combatte tra i rivali e lo stupore per avercela fatta, di nuovo. Si comincia da lei, che ieri, dopo una semifinale in cui è spuntata un'olandese volante che di nome fa Frederike Johanna Maria Heemskerke (che zippato diventa Femke), capace di tirare fuori un risultato col botto - 1'55”54 contro 1'56”42 di super Fede -, prende coscienza e resta tranquilla. «I 200 sono una gara molto più complicata rispetto ai 400. È una buona presa di coscienza, ma alla fine vedremo domani, sarà veramente una lotta fino all'ultima bracciata. Sarà una gara bella e divertente». Ha già messo in cassaforte l'oro nei 400, è tornata single o forse è già fidanzata con il post Marin e, soprattutto, non ha nessuna intenzione di mollare proprio adesso. E se dall'acqua cinese è sbucata l'olandese, Fede non sembra affatto sconvolta: «È andata come me l'aspettavo, l'ho vista e l'ho lasciata andare. È stata brava, ma la finale è un'altra storia». Bisogna fare 1'55 netto. Ma l'Italia del nuoto oggi va in tandem e ad affiancare Federica c'è Fabio Scozzoli che, senza neanche riprendere fiato dopo l'argento exploit nei 100 rana, punta tutto sullo sprint da 50. Con il quarto tempo (27”37) si piazza dietro al sudafricano Cameron Van Der Burgh, al brasiliano Felipe Da Silva (gli unici due a scendere in semifinale sotto i 27”) e al norvegese fresco campione dei 100, Alex Dale Oen. «L'importante era entrare in finale – ha detto il romagnolo - ho dato quello che più potevo, considerando che ero abbastanza stanco. Scendere sotto i 27” la vedo difficile, sarebbe una sorpresa anche per me». E se l'oro e l'argento sembrano blindati, l'azzurro non si sfila dalla corsa: «Ci tengo a questa gara e alla medaglia. Non mi voglio fermare». Chi si è fermato, invece, è Michael Phelps. Battuto, ma non finito, il cannibale ha dovuto accontentarsi dell'argento nei 200 sl e inchinarsi al nuovo divo Ryan Lochte. Se è vero che aveva abdicato ai 200 già a Roma, ora l'obiettivo è rientrare in corsa con la finale dei 200 farfalla.