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Fabiana Pellegrino È il primo re d'Italia, almeno di questa che a Shanghai aveva incoronato finora soltanto «miss».

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Unargento a sorpresa, insomma, quello di Fabio Scozzoli, che ha nuotato i cento metri in 59"42, allontandosi ancora di più dal muro del minuto già sfondato in semifinale con 59"83. Serviva l'impresa per agguantare un podio che sembrava abbordabile solo dal gradino più basso. Troppo dura la battaglia contro mostri del calibro di Kitajima e Dale Oen per l'atleta dell'Imolanuoto che, a livello mondiale, era arrivato al massimo a un bronzo in vasca corta, mentre agli Europei di Budapest 2010 aveva conquistato un bronzo sui 100 e un oro sui 50 rana. Invece, ecco il finale a sorpresa. «È un argento molto bello. In semifinale pensavo di non aver sbagliato nulla. Qui invece qualcosa ho sbagliato, la virata e poi sono arrivato lunghissimo all'arrivo. Però credo di aver nuotato molto bene». Una gara quasi perfetta di un atleta che sembra un ragazzo d'altri tempi, cresciuto in campagna con una sorella, tre pastori tedeschi, e due miti, Domenico Fioravanti e Kosuke Kitajima. Da Lugo al podio mondiale di Shanghai ci sono cento metri che valgono tutta l'emozione dell'argento vivo. «Il giorno della gara ti vengono fuori mille dolorini, ma in effetti è solo che te la fai sotto - ha aggiunto Scozzoli -. L'argento è il miglior presupposto per avvicinarsi alle olimpiadi del 2012, è un sogno che si avvera». L'oro è andato al norvegese Alexander Dale Oen in 58"71 che ha vinto per lui e per il suo Paese colpito a morte, mentre il samurai della rana, Kosuke Kitajima, quattro volte campione olimpico, si è dovuto accontentare del quarto posto con il tempo di 1'00"03. «Le medaglie di Budapest hanno cambiato il corso della mia vita - ha aggiunto l'atleta azzurro - ora nulla è più inaspettato. Ma tutto è frutto del lavoro, basta saper tenere la testa sulle spalle». Lo sguardo vola già fino a Londra. «Adesso Fabio è tra i migliori al mondo - ha detto il suo tecnico Tamas Gyertyaanffy - non facciamo miracoli, solo lavoro e testa. Le Olimpiadi? Ci sono il prossimo anno, limeremo qualcosa, ma eccoci».

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