Ecco i pompieri
.Le fiamme attorno alla Roma si sono alzate sopra i livelli di guardia, urge un intervento dei dirigenti. Il ds Sabatini, l'ad Fenucci, il presidente ad interim Cappelli e il consigliere Baldissoni sono tutti attesi a Riscone tra domani e domenica, anche se i rispettivi viaggi sono ancora da confermare. In tanti, a partire da Totti, hanno bisogno di confrontarsi con la società: finora in ritiro c'è soltanto Tempestilli. Questione di giorni e saranno accontentati. Baldini, invece, ricorrerà al telefono nonostante adesso sia più vicino: ieri è arrivato in Sardegna. Il futuro dg parlerà con Totti, ammesso che non l'abbia fatto ieri notte, per spiegargli il senso delle dichiarazioni che hanno accesso il fuoco. «Pigro» è un termine duro ma Baldini l'ha usato per stimolare il capitano e fargli capire cosa vuole da lui: che faccia il calciatore, senza altri pensieri o responsabilità, e lo aiuti a far vincere la Roma. Totti ha bisogno di chiarezza. Il suo nervosismo è evidente. «Come sto? Non vi dico niente - ha replicato ai cronisti di Riscone - amici amici, poi scrivete quello che vi pare... ». L'altra sera non voleva partecipare alla festa della squadra a Brunico: è stato Sabatini a convincerlo con una telefonata, annunciandogli il suo prossimo arrivo a Riscone. «Parlerò dopo essermi confrontato con i dirigenti» fa sapere il capitano. Caso Totti e non solo. I tormenti si allargano a macchia d'olio nelle stanze del ritiro: la sensazione di «precariato» vissuta da tutto il personale di Trigoria negli ultimi mesi ha contagiato anche diversi giocatori. «Nessuno vuole andare via» ha detto Perrotta ai tifosi ma le assenze dei vari «big» nelle conferenza stampa di questi giorni sono una prova del disagio generale. De Rossi è quello che maschera meglio l'inquietudine, forse perché, in fondo, è padrone del suo destino: i 9 milioni all'anno offerti dal Manchester City lo hanno spiazzato,la proposta della Roma non arriva alla metà ma la voglia di restare a «casa» è ancora più forte di tutto. Sabatini dovrà parlare anche con lui per capire che direzione prendere: una decisione va presa in fretta. Mentre De Rossi, fino a prova contraria, resta al centro del progetto di Luis Enrique, Vucinic sta vivendo il ritiro come un corpo estraneo. Non solo negli allenamenti: quelle cuffiette che ha tenuto nelle orecchie anche durante la festa di Brunico sono l'immagine di un ragazzo che vuole isolarsi. Ma al contrario di De Rossi, per Vucinic non è arrivata nessuna offerta che possa avvicinarlo alla cessione. Lo stallo rischia di trascinarsi per tutto il mercato, tenendo in scacco il montenegrino e la Roma. Menez è un altro pesce fuor d'acqua, ma costando meno di Vucinic conserva la speranza di partire presto: Francia o Inghilterra, non fa differenza. Poi c'è Pizarro, un «senatore» amatissimo dal gruppo e stimato da Luis Enrique, ma pieno di pensieri. Il cileno non sente più la fiducia della società e non sa a chi chiedere rassicurazioni dopo che Sabatini gli ha fatto capire chiaramente di essere pronto a cederlo: i dirigenti dovranno dedicargli qualche ora. Senza tralasciare la questione Roma Channel: ieri il personale del canale tematico ha annunciato la sospensione definitiva della produzione dopo lo sciopero dei giorni scorsi. Gli uomini della nuova proprietà stanno provando a scongiurare la chiusura della tv. Bisogna fare in fretta.