Le similitudini col gioco di Liedholm
Nonha smentito, i giovane tecnico, quella viva intelligenza che aveva segnato il suo cammino da calciatore, uno dei più suggestivi nella storia europea: la capacità di adeguarsi a qualsiasi ruolo, da esterno di difesa a punta centrale, giocando puntualmente da numero uno. La relativa nonchalance con la quale ha liquidato la vicenda del nuovo portiere, già la dice lunga sul privilegio di altri ruoli, rispetto a quello di un estremo difensore più spettatore che protagonista. Ribadita con fermezza l'intenzione di impostare la sua nuova Roma secondo la filosofia del possesso di palla insistito, della manovra veloce, ignorando lanci occasionali e verticalizzazioni frequenti. Da queste parti un gioco simile lo ricordano bene, Nils Liedholm era stato un pioniere, ben prima che Pepe Guardiola e il suo Barcellona lo esaltassero a livelli superiori alle umane dimensioni. Ha favorevolmente colpito, oltre all'ammirata curiosità per i sistemi di lavoro dello staff spagnolo, il primo piano regalato a Simone Perrotta per la conferenza stampa di esordio. Significativa la scelta, un giocatore di grande esperienza, ma anche interprete tattico prezioso della splendida Roma di Spalletti. Un tecnico che il centrocampista ha voluto ricordare, non tanto per un parallelo con il presente, quanto come testimonianza di piena convinzione nella nuova linea intrapresa. Perrotta, va ricordato, è lo stesso che nella stagione scorsa aveva più volte espresso un onesto scetticismo: non soltanto verso la squadra che aveva smarrito la sua ispirazione felice, ma anche e soprattutto verso una società divenuta ingestibile. Il fatto che abbia parlato di «altra aria» la dice lunga su come sia stato recepito, da interpreti importanti, il messaggio di Luis Enrique. Che molto, e duramente, avrà da lavorare, anche perché in campionato disporrà di un organico meglio delineato rispetto a quello destinato ad aprire la stagione, con l'Europa League subito dopo Ferragosto. La mano amica di Leonardo potrebbe risolvere qualche problema in uscita, il mio personale auspicio è che possano vivere le meraviglie di Parigi Borriello e Menez, mentre mi affascina la stima che l'allenatore riserva a Vucinic, anche per la capacità di interpretare un ruolo tattico prezioso. Non lotteremo per salvarci, assicura Luis Enrique. E te credo! Ma insomma voleva dire che la Roma ha intenzione di divertire, una prospettiva esaltante per chi non ha troppo apprezzato classifiche gratificanti, prodotte però da spettacolo modesto e ampie riserve di Fattore C. Qualcosa si muove anche in società, elegante l'addio di Daniele Pradè che pure aveva uno stipendio garantito. Di gesti così se ne erano visti pochini, in questi lunghi e travagliati mesi, anche se qualche fatto di cronaca attuale induce al vago sospetto che nei macroscopici ritardi nel passaggio di mano della Roma, la politica avesse avuto un peso determinante, adesso si limita a premiare gestioni virtuose.