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Iniziano gli esami

As Roma, Thomas DiBenedetto e Luis Enrique

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Pioveva anche due anni fa. Un buon auspicio visto che in quella stagione, lanciata da Spalletti e condotta da Ranieri, la Roma sfiorò lo scudetto. Ieri la nuova squadra, o meglio un primo abbozzo di come sarà, è stata accolta dalla pioggia all'arrivo all'hotel Hinterhuber di Riscone, lo stesso che ha ospitato gli «epici» ritiri di Liedholm per poi tornare a trasformarsi nel rifugio giallorosso dal 2009. E' un gradito ritorno per Totti e compagni, anche se le premesse sono ben diverse dal passato. Sarà un ritiro particolare, pieno di esami, di sguardi e smorfie da catturare in ogni istante per captare i primi segnali di un progetto ancora in cantiere: società nuova, allenatore nuovo, giocatori ancora «no», ma presto arriveranno. Un ritiro iniziato sotto l'acqua, con un centinaio di tifosi già presenti e con un pizzico di tensione, tutta racchiusa nel capitolo televisioni: le immagini degli allenamenti sono state cedute in esclusiva a Sky e Roma Channel (che intanto è in sciopero), provocando l'ira dei tanti operatori locali saliti fin qui. I nervi dei giocatori sono ancora a posto. E ci mancherebbe. Ma le situazioni da tenere sott'occhio sono parecchie. A cominciare dall'umore di capitan Totti. «Pensaci tu pure quest'anno» gli ha chiesto un tifoso alla partenza a Fiumicino. Il capitano, però, al momento ha poca voglia di scherzare e s'è visto anche dal suo ingresso nell'albergo, senza battute e sorrisi. Il feelling con la nuova proprietà è tutto da trovare - le prime parole e l'assenza «volontaria» alla presentazione delle maglie parlano chiaro - così come quello con Luis Enrique. Un tipo duro nonostante l'età, che non guarda in faccia a nessuno, figurarsi al cronista che gli chiede un saluto. Le priorità dell'allenatore sono ben altre: i gol di Totti, la serenità di De Rossi, gli stimoli di Vucinic, la voglia di rimettersi in gioco di Menez, la rabbia di Borriello da tramutare in energia positiva, la salute di Juan e Pizarro. Aspettando che Sabatini gli regali un portiere, un paio di difensori e almeno un centrocampista in più. Intanto Luis Enrique dovrà lavorare su un gruppo risicato e pieno di incognite. De Rossi è l'altro osservato speciale. Ieri è sceso per ultimo dal pullman, occhi e telecamere erano tutti per lui, ancora in attesa di conoscere il suo futuro: non gli era mai capitato di iniziare il ritiro con il contratto in scadenza. Mancini lo vuole portare al Manchester, la Roma riflette e si fa i conti in tasca: meglio accontentarlo e scongiurare un trauma «ambientale», oppure iniziare davvero la rivoluzione culturale annunciata? «Capitan futuro» dorme in singola, come Totti e gli altri veterani Taddei e Pizarro. Brighi e Curci aspettano un compagno nelle rispettive doppie: nei prossimi giorni sono attesi Josè Angel, Bojan e Kameni. Appuntamento alle 10.30 di oggi sul campo, rizollato e in condizioni perfette - come ha potuto apprezzare il tecnico nel sopralluogo di ieri sera - per le prime risposte sulla Roma «work in progress». Due allenamenti duri, poi domani subito test con la selezione locale: dopo tante parole, servono i gol.

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