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Daniele Palizzotto Corsi e ricorsi storici.

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Moltealtre cose, però, sono cambiate da quel dicembre 1976, quando la finale di Santiago del Cile finì al centro di un'aspra polemica politica. Era giusto render visita al generale Pinochet, sanguinario dittatore del paese sudamericano? Tre mesi prima l'Unione Sovietica di Brežnev aveva deciso di boicottare la semifinale in segno di protesta. Noi, invece, partimmo per il Cile. E vincemmo. «Torniamo sul luogo del delitto – osserva Nicola Pietrangeli, allora capitano dell'Italia e tenace sostenitore della partecipazione alla finale – sarà una bella trasferta, piena di ricordi: le polemiche, la decisione di partire, il trionfo. Il Cile rimane nel nostro destino e sarebbe bello che, dopo la Davis, ci regalasse la promozione in serie A: voglio vedere se i signori della sinistra dicono ancora che non dobbiamo andare». Il trionfo di Santiago è ricordato anche per le magliette rosse indossate da Adriano Panatta e Paolo Bertolucci nel doppio decisivo, gesto provocatorio nei confronti del regime di Pinochet. Secondo Pietrangeli, però, «fu solo scaramanzia: quelle maglie portarono fortuna ad Adriano nei successi di Roma e Parigi. Comunque sono felice di tornare in Cile: 35 anni fa ci trattarono da nababbi, oggi magari troverò una via o una piazza col mio nome». Scherza, Pietrangeli. Ma certo la trasferta dal 1976, nata tra mille preoccupazioni, si rivelò alla fine tranquilla. «Il Cile era un paese povero e arretrato – spiega Bertolucci – mentre ora è moderno e bellissimo. Sono tornato a Santiago qualche anno fa, nello stesso albergo della finale e ho rivissuto le emozioni di quei giorni. Fu un trionfo magnifico, eravamo una squadra giovane, cresciuta sotto la guida del maestro Belardinelli». «Siamo tutti molto legati alla trasferta del 1976 – osserva l'ex singolarista e attuale capitano Corrado Barazzutti – il Cile ci ha portato fortuna, speriamo quel precedente sia di buon auspicio. Loro possono contare su Fernando Gonzalez, precipitato in classifica a causa di un infortunio, ma non dobbiamo sottovalutare Capdevile (numero 108 Atp). Però non è un cattivo sorteggio: vogliamo tornare in serie A».

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