Una gomma salva la vita
GiovanniMassini La tecnologia, in quanto a sicurezza, ha fatto passi da gigante: ci sono sistemi che ti aiutano a frenare, che ti rimettono l'auto in carreggiata se s'imbocca male una curva, che riducono rollio e beccheggio. Sistemi frenanti sofisticatissimi e sistemi antimbardata, però, servono a poco, se quei piccoli quadrati di gomma, che toccano terra, sono inadeguati, usurati, mal gonfiati o danneggiati ed un'auto su dieci, in Italia, gira con gomme al di sotto di 1,6 mm di battistrada, il limite minimo imposto dalla legge. Aci e Michelin, che hanno recentemente siglato un accordo quadro in tema di sicurezza stradale, ci forniscono dati europei letteralmente inquietanti: il 65% degli automobilisti viaggia con pneumatici sgonfi, il 40% si muove con almeno una gomma molto sgonfia e il 12% dei guidatori si è trovato in una situazione di pericolo per cause imputabili ai pneumatici. In seguito a test organizzati da Assogomma, mettendo alla frusta auto di tutti i tipi, il limite legale del battistrada di 1.6 mm è risultato insufficiente a garantire il massimo rendimento in tema di sicurezza. Al di sotto dei 3 mm le prestazioni cominciano a calare vistosamente, soprattutto su bagnato ed in frenata, anche a velocità contentissime (gli spazi d'arresto quasi raddoppiano). Non parliamo poi di chi gira con le carcasse dei copertoni lesionate, che possono cedere da un momento all'altro, con conseguenze immaginabili. Lo stesso dicasi per chi si lascia tentare da pneumatici a basso costo, senza prestare attenzione all'effettiva omologazione degli stessi. Cosa fare? È molto semplice: innanzitutto far controllare periodicamente i propri pneumatici a gommisti autorizzati (ricordare sempre che, in Italia, il «fai da te» non è permesso ed i pneumatici andrebbero sempre montati da personale autorizzato); controllare la pressione almeno una volta al mese, possibilmente a freddo e comunque mai dopo un massimo di 3 km di percorrenza; in caso di controllo a caldo, mai sgonfiare i pneumatici e calcolare un incremento fisiologico di almeno 0,3 bar. Oltre che la sicurezza, poi, il sottogonfiaggio influenza parecchio la resistenza al rotolamento, il che si traduce in un aumento del consumo di carburante, che può arrivare anche al 20%. Calcolate che solo con il 25% di pressione in meno, si consuma il 2% in più. I pneumatici sgonfi sono anche più esposti al rischio di rotture: affrontando un marciapiede, sempre alla stessa velocità, con una buona pressione non succede nulla, con un sottogonfiato, la carcassa non regge e si danneggia. Non trascuriamo neanche l'aspetto pratico. Una ricerca effettuata dal soccorso stradale Aci, evidenzia i problemi alle ruote come quarta causa di sosta forzata durante le vacanze estive.