Il nuovo padrone
Lunedìprossimo, dopo sette anni e cinque mesi di dominio ispano-svizzero, il tennis avrà un nuovo imperatore: Novak Djokovic, primo serbo in vetta alla classifica e 25° numero uno da quando, nell'agosto del 1973, l'Association of Tennis Professionals ha introdotto il ranking. Domani, sul Centre Court dell'All England Club (ore 15, diretta Sky anche in 3D), Djokovic sfiderà Nadal per lo scettro di Wimbledon, ma l'avvicendamento sul trono mondiale è già sicuro. Il 24enne serbo l'ha meritato vincendo 7-6 6-2 6-7 6-3 una splendida semifinale contro Jo-Wilfried Tsonga, ma soprattutto disputando un incredibile 2011: sette trofei in bacheca (Australian Open, Dubai, Indian Wells, Miami, Belgrado, Madrid e Roma) e una sola sconfitta in 48 partite, subita dal miglior Federer al Roland Garros. Contro lo spauracchio Tsonga, vincitore di cinque dei sette precedenti, Djokovic ha rispolverato il miglior tennis, forse per coronare trionfalmente il sorpasso al vertice dopo un torneo in chiaroscuro: solido al servizio, efficace in risposta e fantastico in difesa, il serbo ha dominato a lungo. Eppure il francese non ha certo sfigurato, regalando colpi spettacolari al pubblico londinese, annullando due match point nel tie-break del terzo set, prima di cedere di fisico e soprattutto di testa nel quarto. «È difficile descrivere ciò che provo - ha dichiarato Djokovic subito dopo il tuffo di felicità nell'erba del Centre Court - sono sensazioni splendide che mai avevo provato su un campo da tennis. È un sogno che diventa realtà, sono davvero felice e fortunato. Voglio godermi questo momento e dare il massimo in finale: inseguo questo traguardo da quando ho preso la racchetta in mano». La Gran Bretagna, invece, deve armarsi di pazienza e applaudire l'indomabile Nadal, sceso in campo solo grazie agli antidolorifici. Neanche quest'anno Andy Murray è riuscito a emulare le gesta di Fred Perry, campione di Wimbledon nel lontanissimo 1936. Per la terza volta la corsa dello scozzese si è fermata in semifinale, ostacolo già insuperabile per Tim Henman, ultimo valido alfiere inglese. Troppo forte Nadal, nonostante l'insopportabile dolore al tallone e un primo set giocato alla perfezione da Murray. Per battere il maiorchino e meritare i Champhionships, del resto, non bastano 15 ace e 41 vincenti, quanto il saldo degli errori è impietoso: 39 per lo scozzese, soltanto 7 quelli di Nadal per il netto e indiscutibile 5-7 6-2 6-2 6-4 finale. Djokovic è avvisato: il nuovo numero uno ha vinto i quattro incontri giocati quest'anno, ma sull'erba di Wimbledon il campione in carica è ancora Nadal.