Doni: "La mia verità"
Un peso. Nel bilancio della Roma costretta a tagliare le spese e nella testa di Doni che non vede l'ora di togliere il disturbo ma vuole farlo a condizioni ragionevoli. Il divorzio è inevitabile e complicato al tempo stesso: di mezzo c'è uno stipendio da due milioni e mezzo netti per la prossima stagione, più un accordo per rinnovare il contratto di un altro anno firmato nel 2008 e mai ratificato dalla società: ora c'è il serio rischio di scatenare un contenzioso legale. Il portiere non ha ancora trovato una sistemazione e Sabatini ieri ha provato a forzare la situazione. "Se fossi in Doni - dice il ds - farei di tutto per mettermi in discussione e mettere in difficoltà chi in questo momento gli sta chiedendo di andare. Deve scattare l'orgoglio che è una delle qualità più importanti per un calciatore. Quando si è in difficoltà bisogna accettare la sfida a dispetto dei soldi, non sopportare le cose". Il portiere, in vacanza a Ribeirao Preto in Brasile, è stato informato delle dichiarazioni del dirigente e non si è fatto pregare per raccontarci la sua verità. Come risponde Sabatini? "Non ho ancora mai parlato di persona con lui. Mi dispiace dover apprendere il suo pensiero leggendo un'intervista. Sono sempre stato pronto a rimettermi in gioco e già l'anno scorso ho dato la mia disponibilità a lasciare la Roma. Dopo aver firmato un accordo di cinque anni nel 2008 e aver dato un ginocchio per la causa della Roma non sono disponibile a regalare anche dei soldi". Il Liverpool o il Galatasaray sono due possibilità concrete per il futuro? "Ho ricevuto soltanto una proposta ufficiale dal Liverpool, ma le condizioni sono inaccettabili: dovrei ridurmi lo stipendio del 60%. Del Galatasaray, invece, non ho mai sentito nessuno, tantomeno il mio procuratore ha parlato con i dirigenti del club turco". Sarebbe pronto a rimettersi in gioco a Roma? «Se non si trova una soluzione per andare via, sono disposto a restare e a rispettare tutte le decisioni della società». Che giudizio dà alla sua ultima stagione? "Dopo tanto tempo di inattività, sono rientrato nella parte finale. Era inevitabile e fisiologico che all'inizio avessi dei problemi, ma nell'ultima parte del campionato ho ricominciato a sentirmi bene, da tutti i punti di vista". Il suo rapporto con la piazza sembra ormai compromesso. Si è spiegato perché? "I tifosi sono liberi di pensare e fare tutto quello che ritengono giusto. Io devo soltanto dare il massimo per la Roma: questo è sempre stato il mio obiettivo". Che idea si sta facendo della nuova società? "Sto in vacanza in Brasile e ho poche notizie. Aspetto ancora di conoscere i nuovi dirigenti".