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Alonso si arrende: «Il titolo è fuori portata»

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Re Vettel non abdica, ma c'è fermento a corte dove è tutto un sgomitare per il titolo di vice campione. Non c'è una chiara seconda forza, le comprimarie Ferrari e McLaren sembrano sedute su un'altalena. Hamilton e Button sono gli unici «non Vettel» ad aver vinto una corsa quest'anno, spesso il team è stato magistrale, spesso è stato anonimo. In una parola: incostante. La Ferrari è partita con un secondo e mezzo di gap rispetto alla Red Bull e dopo otto gare ha dimezzato il distacco. Ma strategie e aerodinamica azzoppano il Cavallino. Non è una coincidenza che entrambi gli ex iridati alzino bandiera bianca. Corrosivo l'asturiano in rosso: «Il campionato non rientra più nei nostri calcoli. Se qualcuno pensa che si possa vincere accusando otto decimi dalla Red Bull non capisce niente di Formula 1». Gli fa eco Hamilton: «È finita, il titolo è perso», poi cinguetta su Twitter: «Ma io e il team non molleremo mai». Probabile che anche il suo manager non molli la trattativa con la scuderia dei bibitari. In attesa degli sviluppi e di Silverstone (10 luglio), dove ci sarà il divieto di scarichi soffiati, il capo della gestione sportiva, Stefano Domenicali, è soddisfatto: «Il secondo e quinto posto a Valencia erano il nostro massimo. La gara ha dimostrato non solo i progressi della vettura, ma anche che abbiamo scelto la strategia corretta». Fa sorridere l'analisi delle soste fatta da Domenicali: «Se guardiamo la somma dei tempi delle tre soste abbiamo perso 3 decimi e mezzo su Vettel, appena qualcosa di più su Webber. Insomma, siamo stati competitivi anche qui». Già, regaliamo alla Red Bull anche tre decimi per volta. Tanto non se ne accorge nessuno: piove sul bagnato. Gia. Ori.

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