Formula 1 A Valencia le nuove regole sull?elettronica non spezzano il dominio Red Bull Vettel in pole davanti a Webber. Alonso quarto: «Inutile aspettarsi di più»
Aggettiviin libertà per dire che il solito Vettel in 1'36''975 (unico sotto 1'37) ha centrato la settima pole su otto possibili (una l'ha concessa a Webber) nel GP d'Europa a Valencia. Miracolo compiuto pennellando le traiettorie nell'ultima parte del tortuoso tracciato da ben 25 curve. A primato acquisito, e mai messo in discussione, il tedesco con le ali ha spulciato a lungo il volante della Ferrari di Alonso, quarto. Non certo per mera curiosità. In prima fila, a meno di due decimi, il compagno di scuderia Webber, il solo a migliorarsi nel gran finale. Tutti gli altri, a iniziare da Hamilton, terzo, che si è lamentato a lungo per le gomme, ma al momento giusto ha graffiato (doveva crederci di più come ha ammesso), hanno rinunciato rientrando ai box per risparmiare un treno di gomme in vista della gara (ore 14 su Rai1). I cambiamenti regolamentari a campionato in corso (mossa non proprio leale della Fia) dovevano penalizzare la Red Bull, invece il team ha fatto tutto quello che voleva dimostrando un predominio imbarazzante. Vettel lo aveva previsto, non credeva a un crollo delle prestazioni a causa dell'introduzione del divieto di cambiare la programmazione elettronica dei motori, premessa dello stop agli scarichi soffiati a partire da Silverstone. Ma chi si aspetta una RB7 più lenta di 4-5 decimi, leggi giochi per l'alloro riaperti, resterà molto deluso. È evidente anche ai profani che la vettura austriaca vola grazie ad altri segreti non ancora individuati, alla capacità di reagire e adattarsi alle novità e al talento dei suoi driver. Una fortezza inespugnabile. E la Ferrari? Ha finito i suoi tre esami di riparazione subendo il colpo del ko. Ora o mai più titolava un giornale spagnolo, la risposta indiretta è nelle parole al veleno di Alonso: «Le aspettative le creano gli altri. Abbiamo detto dove si poteva arrivare. Basta saper ascoltare, ma se uno non vuole diventa difficile». Era legittima però l'attesa di una Rossa in prima linea visto che i tecnici hanno lavorato molto sul giro secco, il rammarico è nel mancato miglioramento tra venerdì e sabato, cosa già accaduta in passato e che invece agli avversari riesce spesso. I 57 giri del GP d'Europa saranno durissimi per il caldo, per la gestione delle mescole, probabile un tratto più lungo con le soft e uno più breve con le medium meno conosciute dai piloti, e per gli incidenti. Sul cittadino disegnato da Tilke, mancano le vie di fuga e la curva 9, che immette sul ponte dove ci sono tanti sobbalzi, è un punto critico. Un'indecisione o un banale testacoda obbligano alla safety car. Defaillance altrui a parte, la Ferrari proverà a contenere i danni di una stagione fallimentare.