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Legnate olimpiche

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Lotito Petrucci

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Mazzate da orbi senza esclusioni di colpi. È la sintesi dell'ennesimo round, probabilmente l'ultimo ma non è detto, tra Lotito e Petrucci sulla delicata questione relativa allo stadio Olimpico. La cronostoria è presto fatta, la Lazio non ha pagato il contratto di affitto relativo alla scorsa stagione e non ha intenzione di pagare. Il Coni, forte del contratto firmato lo scorso 28 aprile dal presidente biancoceleste, pretende i soldi che la Lazio gli deve e mette tutto in mano al giudice. Tra i due la sentenza, giunta ieri, del Tribunale Civile di Roma: condanna la Lazio al pagamento degli arretrati (2.060.345,98 euro) che consentirà al club di iscriversi al prossimo campionato e metterà il Coni al riparo da sorprese. Detta così sembra cosa facile, ma la giornata si era surriscaldata con una serie di colpi bassi che avevano messo i tifosi biancocelesti in apprensione. All'uscita dall'incontro con il Prefetto organizzato in extremis da Alemanno e al quale Petrucci non si è presentato per precedenti impegni, Lotito era andato giù pesante. «Il fatto che l'Olimpico sia l'unico impianto a norma a Roma - ha tuonato il numero uno laziale - non deve portare il Coni a dire "o accetti queste condizioni oppure non giochi". Questo tipo di atteggiamento, a livello giuridico, si configura come un'estorsione e noi ci faremo valere nelle sedi opportune: perché chi abusa di un diritto commette un reato di estorsione. La Lazio resterà sulle sue posizioni e poi vedremo cosa succederà se non sarà iscritta al campionato... Ognuno alla fine dovrà assumersi le proprie responsabilità. Io sto tutelando la Lazio». Immediata la replica altrettanto dura del presidente del Coni Petrucci. «Non ho mai udito un dirigente sportivo - ha detto il numero uno dello sport italiano - peraltro consigliere federale, esprimersi in questo modo nei confronti della massima istituzione dello sport italiano. Da un imputato per frode sportiva davanti ad un Tribunale della Repubblica, questo è un bel messaggio di onestà intellettuale. Su un'unica cosa però sono d'accordo con Lotito. Andiamo davanti ad un giudice e vedremo chi avrà ragione». E immediatamente è partita l'azione legale nei confronti del presidente biancoceleste per «tutelare in tutte le sedi competenti l'immagine, il decoro, la dignità, il buon nome dell'Ente e dei suoi dirigenti». Hanno fatto seguito le reazioni del mondo politico-istituzionale choccato dalla durezza dello scontro, con il presidente della federcalcio Abete che segnala l'atteggiamento di Lotito al Procuratore Palazzi (che in realtà al momento ha qualcosa di più «pesante» a cui pensare). Ma la sentenza del Tribunale chiude la diatriba, il Coni riavrà i suoi soldi e La Lazio potrà iscriversi al campionato e giocare all'Olimpico. Alle 13.04 infatti il Coni ha inviato una lettera a Lotito per il nulla osta all'utilizzo dello stadio per la prossima stagione. «Grazie al decreto del tribunale civile sul debito della società romana - si apprende dalla stanza dei bottini dell'ente sportivo - abbiamo la ragionevole certezza di soddisfazione del credito. Pertanto la squadra di Lotito può iscriversi al campionato in base alla convenzione d'uso accettata il 28 aprile scorso». Finita!? Forse, ma non è affatto detto... Lotito medita vendetta.

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