Calcioscommesse: Bellavista ai domiciliari. Paoloni resta in cella

Nell'ambito dell'inchiesta "Last Bet" sulle partite truccate Antonio Bellavista passa agli arresti domiciliari, mentre  Marco Paoloni rimane in carcere e sarà probilmente risentito domani dal gip di Cremona, Salvini, per verificare alcune incongruenze. Intanto, nuove dichiarazioni di Platini e del legale di Doni movimentano la giornata. L'EX CAPITANO DEL BARI  Accolta per Antonio Bellavista la richiesta di revoca delle misure cautelari. Il 21 giugno dovrà presentarsi davanti al Tribunale del riesame di Brescia. Bellavista osserverà la misura restrittiva presso la sua abitazione a Bitonto, in provincia di Bari. Uscito stamattina alle 11 dal carcere di Cremona, il calciatore ha detto al TG1 di aver "passato 15 giorni d'inferno, ma sono sicuro che ne usciro' pulito. Non c'entro nulla con questa situazione. La mia posizione sara' chiarita quanto prima". Intanto però per Bellavista la situazione non è affatto semplice: nel provvedimento di revoca delle misure cautelari firmato dal gip Salvini emergono nuove partite che lo coinvolgerebbero, sommandosi alle 18 indicate come "oggetto di combine" nell'ordinanza del 1 giugno scorso. In alcune intercettazioni si farebbe infatti riferimento agli incontri Atletico Roma-Viareggio e Mantova-Sassuolo. Salvini ha poi precisato come emerga, nel caso di Bellavista, "la continuità e la stabilità del suo impegno nello sfruttare a proprio vantaggio e a vantaggio dei complici le partite truccate". IL PORTIERE RESTA IN CARCERE  Il gip di Cremona Salvini ha poi rinviato la decisione sull'istanza di scarcerazione presentata da Luca Curatti ed Emanuela Di Paolo, legali di Marco Paoloni, il portiere del Benevento al centro dell'inchiesta calcioscommesse. Il gip vorrebbe sentire il giocatore su alcuni passaggi del suo interrogatorio davanti al pm Di Martino, durante il quale ha negato di aver avvelenato i compagni della Cremonese perché perdessero contro la Paganese. Paoloni, che dunque per il momento resta in carcere, potrebbe essere interrogato già domani. "ORA DIPENDE DAI GIOCATORI"  E' un autentico appello quello lanciato oggi da Michel Platini commentando lo scandalo delle scommesse che ha investito il calcio italiano. "Nel calcio ci sono tante cose belle e ci sono anche dei problemi: se ci sono colpe dei giocatori vanno punite. Ma qui il problema non è la violenza, o gli hooligans c'è di mezzo la delinquenza e anche il riciclaggio. Ho chiesto già da tempo che la polizia vigili su questo mondo del calcio". Però, secondo il presidente dell'Uefa, la parte pulita del pallone è il gioco e perciò "chi può salvare il calcio sono solo i giocatori". Così, tornando sulle sue parole di due giorni fa ("meglio tardi che mai", Platini ci tiene a chiarire: "Sono anni che porto avanti questa battaglia, servono controlli e pulizia. Ma dobbiamo difendere il gioco del calcio. Come in Francia, dove hanno fatto delle leggi specifiche sulle scommesse". IL COMUNICATO  "Il mio assistito Cristiano Doni sin dal primo giugno scorso, data in cui è divenuta nota l'operazione denominata 'last bet', è costretto - impotente - a leggere sui giornali ed ascoltare in televisione accuse sempre più sconcertanti, formulate da sconosciuti nei suoi confronti. Per questo motivo abbiamo già manifestato la nostra intenzione di rendere l'interrogatorio al fine di chiarire l'estraneità del calciatore ai fatti oggetto di indagine, e di tutelarne l'immagine che rischia ormai di venire irrimediabilmente compromessa". Queste le parole di un comunicato molto duro rilasciato dall'avvocato Salvatore Pino, difensore di Cristiano Doni. Il nome del capitano dell'Atalanta è rimbalzato spesso in queste settimane nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse.