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Luis Enrique: "La mia Roma farà innamorare"

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L'allenatore della Roma, Luis Enrique

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Sarà una Roma fatta per vincere modello Barcellona. È la promessa di Luis Enrique, nuovo tecnico giallorosso che tra qualche settimana prenderà in mano la Roma per aprire il nuovo ciclo. Un tecnico giovane, motivato, che mette in campo squadre con un'unica convinzione: vincere! Così, smaltito il trauma dell'ingresso nel frullatore Capitale, il nuovo allenatore snocciola tutti i suoi programmi. «Mi sono reso conto della grandezza di questo club gia prima di arrivare qui, ma quando sono entrato a Trigoria ho percepito ancora di più questa grandezza e le speranze che ha non solo il club, ma tutti i tifosi di raggiungere dei buoni risultati, dei grandi risultati». Un attacco consueto per un allenatore che sta iniziando una nuova avventura, ma in questa Roma formato-Barça, Luis Enrique vuole fare ancora di più. «Mi hanno scelto perché questo club cercava un allenatore giovane, diverso, che non conosce il calcio italiano, ma con l'ambizione e la voglia di fare cose positive. Ringrazio la dirigenza per la fiducia, perché non è facile nel calcio moderno credere in un allenatore che non ha una gran curriculum e un gran prestigio alle spalle. Ma alcuni anni fa il Barcellona ha puntato su Guardiola e la situazione è cambiata». Pochi dubbi su che Roma sarà la prima targata Luis Enrique. «Parto da un calcio offensivo, da un gioco di squadra che voglio portare qui nel calcio italiano e sopratutto voglio che la gente veda una squadra che gioca sempre per vincere e che attacca fin dal primo minuto». Questione di carattere, una squadra a sua immagine somiglianza. «È fondamentale che un allentare trasmetta il suo carattere e la sua personalità al gruppo. Prima di tutto però voglio trasmettere la voglia di giocare, la voglia di fare un calcio offensivo, voglio che facciamo nostro il possesso palla e creiamo più opportunità da rete dell'avversario. Per fare questo è importante che ci sia da parte di tutti un lavoro costante, una forte dedizione, professionalità, ma sopratutto grande volontà. L'obiettivo è che i tifosi siano orgogliosi della propria squadra». E poco importa il modulo. «Lo adatterò ai giocatori che avrò a disposizione, quello che non cambierò mai sarà l'idea di entrare in campo per vincere e non solo all'Olimpico. Questa è la mia idea, il mio progetto». Quindi passa al capitolo Totti: per qualcuno in passato un problema, per lui una risorsa inestimabile. «Lui è una leggenda, un re e non solo a Roma, ma in tutto il mondo. Francesco Totti è un calciatore unico, ho avuto l'opportunità di conoscerlo ed è un piacere poter contare su giocatori del calibro di Francesco, De Rossi e Perrotta. Sono calciatori che hanno significato molto per la storia di questa squadra e devono essere da esempio per i giovani che sono già qui e per quelli che potranno venire. Vucinic? Mi piacciono tutti i giocatori forti, più giocatori bravi ci sono, meglio è. L'importante è avere fame». Lui di fame ne ha eccome, definito un uomo d'acciaio per la sua passione per gli sport di resistenza e una condizione fisica da far invidia ai giocatori stessi. «Ho partecipato a tre Iron man, ho fatto molti sport di resistenza e sto bene, mi sento in forma, però mi piace molto di più il calcio, quello che fa spettacolo. Per arrivare a questo, serve lavorare molto, bisogna allenarsi bene e vivere il lavoro di calciatore come qualcosa di speciale». Una promessa? «Parlare poco, fare tanto e... Forza Roma!».

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