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Piove sul bagnato

Formula 1

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Nel GP del Canada nessuna certezza: Vettel viene beffato e Button vince una incredibile, interminabile corsa. «Fantastico, non ci credo» urla nel casco. Anche così però è l'anno del tedesco della Red Bull: male che vada arriva secondo e incrementa il vantaggio in classifica su Hamilton che, come detto, ha abbandonato il gruppo anzitempo con zero punti. Era attesa la pioggia, è arrivato il diluvio. In tutti i sensi: sei volte la safety car in pista, sospensioni continue (la più lunga due ore), incidenti, ritiri, sorpassi, rimonte, strusciate sui muri come se le gomme fossero dei fiammiferi da accendere e persino monoposto che rischiano di travolgere i commissari intenti a liberare la pista dai detriti. E nei dieci giri finali l'ultimo rientro della macchina di sicurezza ricompatta i contendenti cambiando il vincitore della gara di Montreal. Il via è «tranquillo»: tutti dietro la safety car per la pioggia consistente, è impossibile guidare dice il poleman mentre per gli altri non si vede niente, si va alla cieca. Eppure in Ferrari sbagliano strategia azzardando le intermedie per Alonso: subito dopo viene giù una tempesta che lo costringe alla seconda sosta. Nel valzer dei pit-stop è quello che paga di più: ottavo. Ma ancora una volta resta il mistero delle decisioni Ferrari: perché richiamarlo quando si sapeva che sarebbe piovuto? Perché fare esperimenti con lui che era davanti a Massa? Intanto Hamilton è il primo dei ritirati dopo un tentativo di sorpasso andato male su Button e dopo aver spedito in decima posizione Webber mandandolo in testacoda. Al 25° giro è bandiera rossa: impossibile guidare sotto la violentissima pioggia. L'interruzione è lunga due ore. Le autopompe in azione sembrano secchielli che provano a svuotare l'acqua dal mare, poi il tempo torna clemente ed è un altro gran premio con il solito caos ai cambi gomme. Asfalto asciutto e altalena di emozioni: Schumacher torna leone con tempi record e grandi sorpassi su un circuito dove ha vinto ben sette volte e Button che a tre giri dalla conclusione bracca il battistrada della Red Bull. Intanto Alonso nel tentativo di superare l'inglese della McLaren al 37° giro finisce in testacoda e ritirato. Non gli succedeva dal Gp del Belgio 2010. Button invece è sotto investigazione. Di nuovo la safety car prima per spostare la Ferrari e poi per permettere di eliminare i pezzi di carbonio disseminati sulla pista da Heidfeld. Anche a Massa non va tanto bene: danneggia il musetto in un doppiaggio mentre era a podio e chiude sesto con un arrivo in volata su Kobayashi. Salva l'onore e la faccia. Nelle battute finali Schumacher (e la moglie ai box) vede sfumare il podio che gli manca da quando è rientrato in F1. Non resiste allo scatenato Button specialista in rimonte (caro Hamilton le gare non si vincono alla prima curva) e a Webber che chiude terzo. Una delusione per il tedesco che però ha dimostrato di avere ancora tanta classe. Negli ultimi metri Vettel perde la sua proverbiale freddezza e il suo sesto successo su sette gran premi. Va largo in curva sul bagnato messo sotto pressione da Button che arrivava di gran carriera e gli spalanca le porte di un successo assente da ben 21 gran premi. Grande forza d'animo e grande agonismo per Button, da ultimo a primo scontando anche una penalità. Ha approfittato dell'unica sbavatura del Re ed è il vincitore di una corsa straordinaria.

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