La prova del Trap
L'ultima fatica prima del meritato riposo. Dopo aver vinto e convinto contro l'Estonia, mettendo (quasi) al sicuro la qualificazione a Euro 2012, stasera a Liegi l'Italia di Cesare Prandelli affronta in amichevole l'Irlanda di Giovanni Trapattoni nell'ultimo impegno ufficiale della stagione calcistica. Un confronto interessante per il valore dell'avversario, che dopo aver «rischiato» di escludere la Francia (salvata dalla mano di Henry) dal Mondiale 2010, sta ben figurando anche nelle corsa agli Europei del prossimo anno: trascinata dall'eterno capitano Robbie Keane, l'Irlanda guida l'equilibrato girone B con 13 punti in quattro partite, gli stessi di Russia e Slovacchia. Ma l'amichevole di stasera sarà anche un'occasione di ritrovo tra l'allievo Prandelli e il maestro Trapattoni, suo allenatore alla Juventus tra il 1979 e il 1985. «Trapattoni è una persona speciale – ha dichiarato l'attuale ct azzurro – oltre che un grande tecnico. Per me è irraggiungibile, un mito: mi ha trasmesso temperamento e carattere, mi ha insegnato a lottare, rimanere concentrato e cercare la vittoria in ogni occasione, anche nelle partite a carte». Nel raccontare segreti e aneddoti sul Trap, Prandelli ne ha rivelato sconosciute doti «divinatorie». «Tempo fa – ha confessato il commissario tecnico dell'Italia – mi disse che ci saremmo incontrati su due panchine importanti: io non ci credevo, e invece eccoci qui. Sarà davvero un'emozione straordinaria incontrarlo in campo. E ritroverò anche il mio amico Marco Tardelli (compagno di Prandelli alla Juventus e ora vice allenatore dell'Irlanda, ndr)». In un periodo difficile per il calcio italiano, investito dall'ennesimo scandalo scommesse («Inasprire le pene può essere utile – ha dichiarato il ct azzurro – dobbiamo responsabilizzare il nostro mondo), Prandelli cerca risposte positive almeno sul campo. «Contro l'Estonia abbiamo giocato bene, ora serve continuità. L'Irlanda è un avversario ostico, questa partita può fornire indicazioni positive dal punto di vista tattico e della personalità». Per questo Prandelli riproporrà un centrocampo tecnico, con Pirlo in cabina di regia, Nocerino e Marchisio sugli esterni e Montolivo nel ruolo di trequartista al posto di Aquilani. La novità maggiore riguarda però l'attacco, dove Pazzini rileverà Cassano «per capire – ha spiegato il ct – come questa squadra possa sfruttare la profondità di un centravanti». Si prosegue con l'Italia dei «piccoli», dunque, senza avventurarsi in paragoni temerari con il Barcellona delle stelle. «Noi Messi non ce l'abbiamo – ha osservato Prandelli – e lo sapevamo dall'inizio. Cerchiamo però di far crescere i nostri ragazzi sotto ogni profilo. Balotelli a Scampia? È successo un anno fa, non lo avevo ancora incontrato». E mentre Giovinco, oggi in panchina ma pronto a subentrare, esulta per il nuovo modulo («Per fortuna la qualità sta tornando di moda»), Prandelli non dimentica gli «anziani»: «Totti e Del Piero? Se a febbraio, quando spero avremmo conquistato la qualificazione, dimostreranno di essere in buona forma, saranno presi in considerazione».