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Non si ferma più

Francesca Schiavone guadagna la finale al Roland Garros

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Bentornata Francesca. Da Parigi a Parigi, esattamente un anno dopo, la Schiavone torna a entusiasmare l'Italia del tennis, battendo 6-3 6-3 la francese Marion Bartoli e meritando la seconda finale consecutiva al Roland Garros.Domani pomeriggio, opposta alla cinese Li Na, la milanese cercherà di emulare l'impresa realizzata da Nicola Pietrangeli, centrando uno storico bis parigino. Una cavalcata incredibile e difficilmente immaginabile alla vigilia, viste le difficoltà mostrate dalla Schiavone negli ultimi mesi. La scelta di rinunciare alla Fed Cup per preparare l'appuntamento più importante, l'aria magica di Porte d'Auteuil e il feeling particolare instaurato dalla milanese con la terra rossa francese hanno evidentemente fatto il miracolo: come d'incanto la Schiavone ha ritrovato i colpi magici dello scorso anno, superando ostacolo dopo ostacolo fino al capolavoro contro la Bartoli. Una semifinale dominata dal primo all'ultimo punto dalla Schiavone, una dimostrazione assoluta di superiorità tecnica, tattica e psicologica. «Sono felicissima – ha confessato l'azzurra – sono in finale, un sogno che si avvera per la seconda volta. Ero preoccupata dalle qualità della Bartoli, ma sono riuscita a mantenere il controllo del gioco e della partita in ogni momento». Il punteggio spiega bene l'andamento di un match mai in discussione. Memore delle difficoltà patite contro la Pavlyuchenkova, la Schiavone ha saggiamente evitato una partenza diesel, controllando con autorità i propri turni di servizio e aspettando con pazienza l'occasione giusta, manifestatasi nel quarto turno di battuta della Bartoli, fino a quel momento impeccabile. «Ho preparato questa partita meglio delle altre – ha spiegato la Schiavone – ho servito bene e l'ho fatta muovere, ho caricato i colpi e utilizzato il vento per spingerla fuori dal campo». Variazioni intelligenti e difficili da controllare per la Bartoli, talento indiscutibile ma fisico non eccezionale.«L'esperienza mi è servita, lo scorso anno ero nervosa e avevo tanti dubbi, oggi sono matura e consapevole del mio gioco». La dimostrazione è arrivata all'inizio del secondo set, quando un piccolo passaggio a vuoto della Schiavone ha restituito speranza al pubblico del Philippe Chatrier, per la prima volta in due anni avverso (seppur in modo civile) all'azzurra, e permesso alla Bartoli di volare 2-0. «Ho sbagliato qualche colpo – ha osservato l'azzurra – ma oggi so come superare i momenti di tensione». Due finali in due anni al Roland Garros: Schiavone numero uno al mondo su terra rossa? «Può essere – ha sorriso l'azzurra – certo ora so come affrontare l'ultima partita. Se mi sono abituata? Impossibile, ogni volta è diverso, sono emozioni sempre nuove e comunque uniche». Come è nuovo il rito di fine partita: non più distesa per baciare l'amata terra battuta, ma inginocchiata per accarezzarla. Un gesto che l'Italia intera vorrebbe rivedere domani pomeriggio, quando dall'altra parte della rete la Schiavone troverà Li Na, in una partita forse più difficile di quella dello scorso anno. Perché? Innanzitutto perché la 29enne cinese, diversamente dalla Stosur, ha già giocato una finale Slam, quattro mesi fa in Australia, dove fu sconfitta in tre combattuti set da Kim Clijsters. «Allora non sapevo cosa aspettarmi – ha confessato la Li – ora sono pronta e decisa, so cosa fare in campo». In secondo luogo, quest'anno la cinese sta giocando il miglior tennis della carriera, come dimostrato a Parigi battendo Kvitova, Azarenka e la fallosa Sharapova (6-4 7-5, in una semifinale chiusa dal 10° doppio fallo della russa). Infine e soprattutto, se la Schiavone giocherà per la storia, Li Na è la storia: prima cinese nelle top ten, prima in una finale Slam e, se vincerà domani, prima a trionfare e salire al 4° posto della classifica mondiale (la Schiavone sarà 6ª in caso di vittoria, altrimenti 7ª). Dalla parte dell'azzurra ci sono i precedenti. Schiavone e Li si sono affrontate quattro volte: due vittorie per parte, ma la milanese ha dominato l'unico match disputato su terra rossa, proprio qui a Parigi, nel terzo turno dello scorso anno, forse la miglior partita giocata dalla Schiavone nel torneo. «Una partita bellissima, ho un gran ricordo, ho giocato alla grande». Un buon presagio? L'Italia del tennis sogna in grande.

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