Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

L'autorete di Beppe-gol

Esplora:
L'ex capitano della Lazio e attaccante della Nazionale Beppe Signori

  • a
  • a
  • a

Un colpo al cuore di tutti, tantissimi, che gli vogliono bene. Proprio lui, Beppe Signori, il figlio ideale di qualsiasi madre, padre esemplare che, pur vivendo a Bologna, non fa mancare nulla ai tre figli (Denise 15 anni, Greta 11 e Niccolo 9) che vivono a Roma con mamma Viviana, un giocatore straordinario capace di diventare capitano di tutte le squadre in cui ha militato. Sì, proprio lui Beppe-gol, uno degli uomini più amati dalla curva laziale che lo aveva incoronato re. Il 13 giugno del 1995 furono bloccate le strade di Roma per bloccare il suo passaggio al Parma, insultarono Cragnotti e costrinsero il club a rinunciare al clamoroso divorzio che avverrà poi due anni dopo. Purtroppo, è tutto vero anche se nessuno vuole credere che «segna sempre lui» (il coro più usato nei suoi anni romani) sia finito in un giraccio brutto di scommesse. Certo, a lui piaceva puntare ma su stupidaggini come quando si divertiva con i compagni di Lazio e Bologna: «Facciamo una scommessa. Voi mi date 50 mila lire e se riuscite a mangiare un buondì (di una nota casa dolciaria, ndr) in 30 passi, io vi do un milione». E via via tutti si arrendevano dopo aver fallito l'appuntamento con Beppe che incassava tra le risate generali. Tutto qui, non questa storia che ha dell'incredibile. Sentire quelle parole riferite all'Ansa quando stava entrando nella Questura di Bologna per un primo interrogatorio è sembrata l'ammissione di aver fatto un'autorete dopo aver realizzato tanti gol straordinari in Italia e nel mondo. «Ma non avete pietà in questa situazione? Abbiate pietà. Io non posso dire nulla, incontrerò il mio legale e poi parlerà lui per me», ci prova Beppe a reagire ma quello sguardo spaurito è un'immagine troppo brutta rispetto alle festose esultanze sotto le curve di Foggia, Bologna e Lazio soprattutto. Dopo una fugace apparizione da direttore sportivo della Ternana, Signori aveva rischiato di tornare alla Lazio. Lotito era a caccia di un uomo immagine e, dopo non aver trovato l'accordo con Marchegiani e Peruzzi, aveva pensato anche a Beppe per affidargli il settore giovanile. Non se ne fece nulla e ora si stava dedicando alla carriera di giornalista come commentatore di Mediaset Premium ma l'ordinanza del Gip di Cremona lo fa diventare l'«elemento centrale del gruppo di scommettitori di Bologna», ma anche e soprattutto «leader indiscusso, per ragioni di prestigio personale» di una cricca pericolosa che falsa i campionati di B e Lega Pro. Tutto da verificare, per carità, ci si aggrappa alla presunzione di innocenza anche se le prove sembrano molto circostanziate. Ora è agli arresti domiciliari nella sua Bologna dove attualmente risiede in attesa di chiarire la sua posizione. Non sarà facile trovare il dribbling vincente ma i laziali tifano ancora per lui.

Dai blog