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Simone Pieretti La Coppa Italia all'Inter, gli applausi al Palermo.

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Iquarantamila palermitani, arrivati a Roma con ogni mezzo, andranno comunque orgogliosi della loro squadra. Questa Coppa Italia per loro sembra una maledizione: terza finale, terza sconfitta. La squadra di Delio Rossi avrebbe meritato qualcosa in più, almeno per quello che si è visto in campo durante i novanta minuti. L'Inter ha fatto valere la maggior esperienza, ha saputo attendere il momento giusto per colpire, e ha saputo resistere nel momento della massima pressione avversaria. Zanetti riceve dalla mani del presidente del Senato Schifani la Coppa Italia e il trofeo celebrativo dei 150 anni dell'Unità d'Italia: coriandoli nerazzurri colorano la notte romana. È stata una partita piacevole. In avvio il Palermo mostra maggior esuberanza: dopo appena sessanta secondi Hernandez si presenta davanti a Julio Cesar sfruttando una leggerezza di Lucio, ma il suo tiro termina sull'esterno della rete. Poi è la volta dell'argentino Pastore che - dopo un triangolo con Ilicic - sbaglia il controllo in corsa favorendo l'uscita del portiere. Il Palermo è concentrato sull'obiettivo, qualche nerazzurro gioca con colpevole superficialità. L'ennesimo errore di Thiago Motta favorisce la conclusione di Pastore che non trova il bersaglio. Gli Dei non sembrano essere propizi a Delio Rossi che - dopo appena 23 minuti - è costretto a sostituire Goian, rimpiazzato da Carrozzieri: la difesa, già incerottata per l'assenza di Bovo, perde ulteriore stabilità. E al primo scossone, cede. Thiago Motta serve Sneijder, l'olandese apre per Eto'o che trova davanti a sé un'autostrada, Cassani è in colpevole ritardo, il camerunense arriva fino in fondo e beffa Sirigu. Il Palermo non ci sta, e riparte a testa bassa. Ilicic serve Balzaretti al centro dell'area, ma il colpo di testa è impreciso. Al 32' forcing siciliano nell'area avversaria: cross di Ilicic, Hernandez e Pastore non arrivano sulla palla, Balzaretti calcia a rete trovando la respinta di Chivu, poi Hernandez esalta le doti di Julio Cesar, infine Chivu - sulla linea di porta - allontana il pericolo. La difesa nerazzurra va in apnea, ma alla fine si salva. L'Inter si limita a controllare, il Palermo cerca di far gioco. I siciliani reclamano per un intervento di Ranocchia su Ilicic: l'interista tocca il piede d'appoggio dell'avversario, l'arbitro Morganti lascia correre. In avvio di ripresa Balzaretti e Cassani battono a rete senza successo. Pastore dà un saggio delle sue qualità tecniche, Hernandez non sfrutta a dovere l'assist del compagno. Ancora Palermo, ancora Pastore: la conclusione non trova lo specchio della porta. L'argentino sale in cattedra: l'azione del Palermo è tambureggiante, insistente, ripetuta. Al 15' Julio Cesar vola a deviare in angolo un colpo di testa di Miccoli dopo l'ennesima «pennellata» di Pastore. Due minuti dopo, è provvidenziale la respinta di Stankovic sul tiro a colpo sicuro di Hernandez. Nell'area interista è assalto alla baionetta: Miccoli calcia trovando sulla sua strada Lucio. Nell'unica azione offensiva della ripresa, l'Inter archivia la pratica: Pandev vince un contrasto, Sneijder apre per Eto'o che segna in fotocopia: corsia preferenziale, diagonale di destro, rete. Questa volta è Balzaretti a mancare all'appello lasciando sguarnita la fascia. Poi Sirigu vola sul destro di Sneijder, dopo un'inarrestabile discesa sulla fascia di Zanetti. Entra anche Milito, il Palermo accorcia le distanze con Munoz, il cronometro segna l'ottantanovesimo. I siciliani tornano a sperare, ma Milito, su cross di Pandev, mette fine al sogno palermitano. Finisce tre a uno, Miccoli in lacrime e per l'Inter un altro «triplete».

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