Obiettivo sicurezza
EnricoTonali «Allora il muro l'avevano tutti i circoli, faceva parte dell'istruzione». Giuseppe Brunetti, classe 1951, dirigente Coni a riposo (si fa per dire, è presidente a tempo pieno del Comitato Lazio Equitazione dal 2007) ha rispolverato un vecchio progetto dell'olimpionico Graziano Mancinelli, l'indimenticato cavaliere azzurro che a Piazza di Siena ha vinto per 12 volte la Coppa delle Nazioni, compresa l'ultima targata Italia del 1985. «Faceva grandi battaglie perché anche i ragazzini affrontassero le gare di potenza, ovviamente con il muro ad altezza adatta alla giovane età. Riteneva importante per la formazione del cavallo e del cavaliere affrontare l'ostacolo di tutto rispetto ma che aumentava la reciproca stima e affiatamento». Oggi si assisterà ad un Premio di Potenza con un nuovo muro, sempre in legno ma con dipinti (anziché mattoncini) i classici pietroni romani. È innalzabile fino a m 2.50 (il record è 2.32) e verrà esposto in queste ore vicino al campo di gara, così che il pubblico si renda conto che salti può compiere un cavallo. «Il Comitato Lazio ha fatto studiare e realizzare dalla ditta Cape di Paolo Pini (costo 3 mila euro) un muro totalmente in lattice colorato (a blocchi rossi e marrone) che dà totale sicurezza al salto in elevazione, tanto che lo abbiamo inaugurato a RomaCavalli il mese scorso con notevole soddisfazione di tutti. I ragazzi in sella ai pony sono arrivati fino a 1.50, poi li abbiamo fermati». Roma è rimasto l'ultimo baluardo di questa specialità e la città in cui ci sono più praticanti la potenza. Qualche circolo - come il Kappa di Fiumicino - ha un proprio muro sul quale si disputano gare e selezioni. Uno degli specialisti, vincitori di gare in tutta Europa, era Mario Maini, oggi baldo ottantenne e istruttore del Club Due Laghi a Bracciano, che ha insegnato a vincere nel 2008 a Piazza di Siena a Pierpaolo Quagliariello, spingendolo a osare, osare, osare. «Nel 2009 l'inglese Michael Whitaker diede, nell'ultimo salto vincente, una grande lezione di tecnica, proprio come diceva Mancinelli. Avvicinamento perfetto all'ostacolo, entrata sul muro con notevole forza e rilascio quasi totale delle redini per equilibrare il movimento del cavallo. Un superamento, oltre i 2.25, da gran maestro».