Il giamaicano vince i 100 metri al Golden Gala davanti a Powell È sempre e ancora lui l'uomo più veloce del mondo: terzo Lemaitre
Piùmuscolato, più ricco e con tanto lavoro da affrontare. Fulmine Bolt ha illuminato la magica serata romana dimostrando che la perseveranza paga e che le sconfitte servono per maturare e crescere. Quella lezione presa il 6 agosto dello scorso anno da Tyson Gay è ormai solo un brutto ricordo, assieme al mal di schiena che lo ha costretto ad una lunga astinenza dalle competizioni. Il suo esordio in Italia è andato bene, la vittoria in 9.91 fa certamente morale e conferma che il 24enne giamaicano è diventato una macchina da soldi. L'investimento degli sponsor è più che giustificato: disponibile, sorridente e goliardico, è in grado di trasformare qualsiasi appuntamento in un evento mediatico e gli oltre 40mila del Golden Gala sono impazziti nell'ammirarlo da vicino. «Ringrazio il pubblico, davvero tutti quanti – ha esordito l'uomo più svelto del mondo - ho corso veloce solo per la gente che mi ha aiutato molto. La mia è stata una gara totalmente sbagliata, ho corso malissimo, però ho vinto e questo è quello che conta». Certo, stavolta il connazionale Asafa Powell, sceso 66 volte sotto i dieci secondi, lo ha fatto tremare per i primi ottanta metri e poi ha quasi avuto paura di vincere, così come gli capita nelle grandi occasioni. L'eterno piazzato che vanta la migliore prestazione ottenuta sul suolo italiano (9”74 a Rieti nel 2007) ha chiuso in 9.93 buttando al vento un'occasione più unica che rara. «Ero troppo focalizzato su Bolt – ha detto - nell'ultima parte della gara, se avessi corso su me stesso avrei di certo vinto. Devo rimanere assolutamente concentrato, la stagione è ancora lunga ma ho raggiunto finalmente consapevolezza dei miei mezzi». Chi invece può essere davvero soddisfatto è il giovanissimo campione europeo Christophe Lemaitre: il primo bianco a scendere sotto il muro dei dieci secondi, ha firmato un 10 netti che considerando l'inizio di stagione è davvero un risultato eclatante. Assente l'azzurra Di Martino, è toccato alla croata Blanka Vlasic recitare il ruolo da protagonista nella pedana dell'alto. Si è rifatta del suo deludente esordio a Shanghai valicando l'asticella posta a 1.95 e tentando invano di scavalcare i due metri. Primato stagionale e vittoria per la statunitense Brittney Reese che ha vinto il lungo atterrando a 6.94 mentre la keniana Cheiywa ha stabilito la migliore prestazione mondiale dell'anno nei 3000 siepi chiudendo in 9'12"89 la gara nella quale l'etiope Adamu ha stabilito il nuovo primato mondiale juniores fermando il cronometro a 9'20"37. Nel giro di pista femminile è stata ancora Allyson Felix a dominare con la migliore prestazione mondiale stagionale di 49.81; la statunitense non è riuscita nella doppietta e nei 200 metri si è dovuta arrendere alla connazionale Bianca Knight al primato stagionale con 22.64 (v. +0.9). Il lungo ha visto la vittoria della statunitense Brittney Reese al primato stagionale con 6.94 (-0.4) mentre nei 400hs si è imposto il sudafricano Lj Van Zyl con il tempo di 47.91. Nel disco da annoverare la vittoria della croata ventenne Sandra Perkovic con la misura di 65.56 mentre nel getto del peso uomini l'oro è andato al canadese Dylan Armstrong con 21.60. Il francese Renaud Lavillenie si è preso la vetta mondiale stagionale vincendo il salto con l'asta con 5.82 al pari della russa Mariya Abakumova nel giavellotto con la misura di 65.40, della fuoriclasse Jamal nei 1.500 (4'01"60). Imane Merga, al secondo successo consecutivo allo Stadio olimpico dopo quello dell'anno scorso, ha firmato con 12'54"21 il primato mondiale 2011 dei 5.000. Secondo, a due secondi dal primato mondiale junior, il kenyano Isaiah Kiplangat Koech, un ragazzo che ha strabiliato nella stagione indoor. Terzo l'altro kenyano Vincent Cheokok. Nella sorpresa generale piazza negli 800 lo spunto vincente il 35enne americano Khadevis Robinson, alla terza giovinezza di una lunga e onorata carriera. Per lui 1'45"09 e la gran soddisfazione di lasciarsi alle spalle il campione del mondo Mulaudzi e il kuwaitiano Al-Azemi. Roma ha superato a pieni voti l'esame pre olimpico dimostrando che il sogno del 2020 può diventare realtà a partire dalla «Regina degli sport».