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Sempre Contador Il Giro è già finito

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MarcoGrassi Alberto Contador, sempre più forte, sempre più primo, sempre più imbattibile in questo Giro d'Italia 2011. Lo spagnolo della Saxo Bank si prende anche la cronoscalata da Belluno a Nevegal, rafforza il primato in classifica, e demotiva di un altro bel pezzo i rivali di classifica, ormai da giorni rassegnati a lottare per il secondo posto. Oltre a ciò, trasforma la cerimonia delle premiazioni in un omaggio allo sfortunatissimo Xavier Tondo, scomparso lunedì in Sierra Nevada e onorato ieri da un minuto di silenzio prima della partenza del primo corridore: sul podio, Contador non ha stappato la bottiglia di spumante per la vittoria di tappa, e, con malcelata commozione, ha dedicato il successo e la maglia rosa all'amico mancato l'altro giorno. Sui 13 km scarsi della prova contro il tempo, il madrileno aveva abbondantemente mazzolato la compagnia di Giro che si affanna a inseguirlo: 34" assestati a Nibali secondo, 38" a Scarponi terzo. I due italiani, a parti invertite, sono anche i valletti che fin qui scortano la maglia rosa in classifica: Michele è secondo della generale a 4'58" dal primo, Vincenzo è terzo a 5'45". Come a dire che la crono bellunese, oltre a sancire una volta di più la supremazia contadoriana, ha anche confermato che il terzetto attualmente sul podio è proprio quello degli uomini più in forma nella corsa rosa. Lo stesso Nibali alla fine è sconsolato: «Ormai si lotta per il secondo posto». Gli altri, anche quelli più attesi, arrancano più indietro cercando di non perdere troppo tempo dallo spagnolo: Denis Menchov, per esempio, settimo nella crono e in classifica (a quasi 10' da Alberto!), o Roman Kreuziger, che nella tappa di ieri ha chiuso al sesto posto, ma in graduatoria è solo ottavo. E se il venezuelano Rujano ha sfoderato un'ottima prova (quarto al traguardo a 39" da Contador) che lo fa anche risalire in classifica (ora è quinto nella generale), tra i primissimi hanno sofferto Gadret, Nieve e Antón, mentre si è difeso Joaquim Rodríguez. In casa Italia si segnala invece l'ottima prova di Stefano Garzelli, quinto di giornata e ancora proiettato verso quel successo di tappa che già domenica sul Gardeccia gli è sfuggito di poco. Potrà tentarci, il varesino, con una fuga da lontano in una delle prossime tre tappe. A partire da oggi, magari: la Feltre-Tirano, 230 km, presenta negli ultimi 75 due scalate dai nomi altisonanti (Tonale e Aprica, quest'ultima svetta a 19 km dal traguardo), ma che non faranno alcuna selezione tra gli uomini di classifica. Terreno quindi buono per un corposo attacco a lunga gittata: i delusi di questo Giro sono ancora tanti, a uomini come Di Luca, Sella, Visconti, Sastre, Machado, non resta che tentare di prendere il treno della fuga da lontano.

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