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Amara fine per entrambe le romane

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Peròla ripartenza dal sesto posto vorrà dire estate terribile, per i tempi imposti dai preliminari dell'Europa League, alla quale si è felicemente sottratta la Juventus. Avevano lanciato, i primi tempi, messaggi significativi: niente slitte di Babbo Natale, nessuna propensione ai regali da parte di chi non aveva motivi per profondere generose energie. A Udine il Milan non soltanto teneva testa alle grandi motivazioni dei friulani, ma procurava apprensioni ai tifosi di casa con le incursioni di Pato e Boateng, anche se il palo aveva salvato Amelia dalla punizione di Di Natale. Docce scozzesi in serie per la Lazio, avanti con Rocchi poi colpevole di troppo morbido tocco a porta vuota: autore del salvataggio Coppola che avrebbe firmato il pari con un bizzarro pallonetto. Nuovo vantaggio con Zarate, assist del solito Rocchi, nuova distrazione difensiva e conclusione vincente di Piatti. Tutto da rifare. Nel «ciapa no» per scansare l'Europa League, meglio la Juve della Roma, che almeno ha posto rimedio al gol di Mannini con la solita riserva di Adriano, mentre a Torino non c'erano state repliche al colpo di testa vincente di Maggio, del resto era il Napoli a giocare meglio. Tutto rimandato ai secondi tempi, emozioni accentuate a Udine e a Lecce, il resto contava poco. Del tutto irrilevante per la classifica, la sessione pomeridiana ha avuto il merito di regalare sereno divertimento e qualche spunto di rilievo. Guadagna una posizione il Chievo, che spiana il Palermo forse distratto dalla prospettiva della Coppa Italia: giocando al solito un ottimo calcio, a ricordare che Stefano Pioli merita forse un ruolo meno avvilente di quello di specchietto per le allodole che gli è stato attribuito dopo il suo contatto con la Roma. Ribalta per un'autentica schiera di portieri di riserva, interessante la prova di un nazionale Under 19 come il genoano Perin. Altro gol di Alessio Cerci nel pari della Fiorentina a Brescia, settima rete stagionale, la sesta nelle ultime cinque partite, prima aveva firmato un solo centro in 45 apparizioni in Serie A. Ma le luci dei riflettori sono puntate su Francesco Grandolfo, diciannove anni, tripletta nell'orgoglioso congedo del Bari, il Bologna umiliato al Dall'Ara. Aveva firmato da pochi giorni il suo primo contratto da professionista, era stato prelevato dall'Interbari, proprio come Antonio Cassano, il procuratore è lo stesso, Beppe Bozzo, ci sono tutte le premesse per una grande carriera.

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