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Una Roma da vertice

Roma

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"Sarà una Roma competitiva". Arriva da Unicredit quel segnale di «chiarezza» sul futuro invocato qualche giorno fa da Montali. Paolo Fiorentino, il dirigente della banca che ha partecipato da protagonista alle trattative con il consorzio di Thomas DiBenedetto, chiarisce innanzitutto l'aspetto più spinoso dell'accordo: «Tutte le strategie - assicura Fiorentino - di carattere sportivo le lasciamo agli americani». Il ruolo di Unicredit, che avrà il 40% delle quote della nuova società controllante, sarà quindi di supporto finanziario e di controllo, grazie ai cinque uomini sui tredici totali che entreranno nel cda del club. «L'idea è di fare una squadra competitiva»: Fiorentino ne è convinto, nonostante l'ultima stagione fallimentare e le tante difficoltà che aspettano i nuovi proprietari. «La Roma viene fuori da un anno sfortunato nel quale il caos economico intorno alla società non ha giovato. Quindi direi che guardiamo con ottimismo al futuro. I mancati introiti dalla Champions League sono un problema ma non "il problema": avevamo fatto un piano con gli americani che già prevedeva il mancato accesso alla Champions, quindi sono di fatto confermate le nostre previsioni, che non erano ottimistiche. Sapete che abbiamo intenzione - ha chiuso il dirigente a margine di una presentazione di una campagna pubblicitaria della banca a Milano - anche di fare un aumento di capitale della Roma, quindi predisporre le risorse necessarie». Baldini e Sabatini, gli uomini che stanno costruendo il futuro, partono quindi da basi solide. Il primo lavora a Londra in attesa di sbarcare a Trigoria in autunno, l'altro nel suo studio a Roma dove ieri ha ricevuto il contratto da firmare nei prossimi giorni. L'incarico di Sabatini verrà ufficializzato subito dopo la fine del campionato: sarà effettivo dal 1° luglio ma c'è bisogno di certificare il prima possibile la carica di direttore sportivo. Con buona pace di chi a Trigoria ci lavora adesso eppure non conosce ancora il proprio destino. Aspettando l'arrivo in Italia di DiBenedetto e del suo socio Pallotta, la scelta del nuovo allenatore è entrata nel vivo. La «lista A» comprende soluzioni non più percorribili: Guardiola, Villas Boas e Wenger. Se il fallimento del traguardo-Champions non stravolge la programmazione finanziaria, il progetto tecnico ne risente eccome. E allora il successore di Montella uscirà da una «lista B» piena di tecnici stranieri e giovani. Tra questi ci sono sicuramente Didier Deschamps, contattato da Baldini nei giorni scorsi e in procinto di lasciare il Marsiglia (ha una clausola liberatoria da 3 milioni di euro), il collega francese Rudi Garcia che oggi dovrebbe soffiargli lo scudetto lo scudetto con il suo Lilla e il portoghese Domingos dello Sporting Braga, avversario oggi di Villas Boas nella finale di Europa League e, a quanto pare, già in parola con lo Sporting Lisbona. Sensazioni? Tra i tre Deschamps è l'unico davvero in corsa. Come Delio Rossi: l'ex laziale è il solo rappresentante italiano della lista. E non è ai primi posti. Si lavora sodo anche sul mercato. Serve un portiere e diversi indizi portano a De Gea dell'Atletico Madrid e Rafael del Santos. Quest'ultimo è extracomunitario, come l'esterno croato Tomecak: un altro assai gradito a Sabatini ma al momento non tesserabile.

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