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E adesso la rivoluzione

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Daieri non c'è più un solo motivo valido per rallentare ulteriormente il lungo cammino che trasformerà la Roma da qui all'inizio della prossima stagione. DiBenedetto ha seguito la partita di Catania dagli States: smaltita la delusione per l'addio matematico alla Champions, si è convinto che c'è bisogno di dare subito una svolta. Con un allenatore nuovo e l'annuncio di un paio di acquisti. A inizio giugno la nuova proprietà prenderà finalmente possesso di Trigoria. Entro la fine di maggio è atteso il via libera dell'Antitrust alla vendita agli americani che acquisteranno il 60% del pacchetto di controllo della Roma, lasciando a Unicredit il restante 40%. DiBenedetto è atteso nella Capitale nei primi giorni di giugno per completare gli ultimi passaggi tecnici: firma dei contratti definitivi (se possibile il 3 giugno, quando compirà 62 anni), l'assemblea che lo eleggerà presidente e insedierà il nuovo cda e presentazione ufficiale della società. Quel giorno accanto a lui ci sarà il prossimo direttore sportivo Walter Sabatini, già operativo nonostante il suo incarico partirà dal 1 luglio e, probabilmente, il futuro direttore generale Franco Baldini anche se il suo legame con l'Inghilterra (e soprattutto con Capello) non si potrà sciogliere prima di inizio ottobre. Proprio Baldini è l'uomo incaricato da DiBenedetto di scegliere l'allenatore. Previsti nelle prossime ore una serie di incontri e contatti incrociati tra Londra, Roma e Boston. Montella parte quasi battuto: resterà soltanto se tutti gli allenatori contattati risponderanno «picche». Villas Boas lo ha già fatto, Guardiola non scioglierà le riserve prima della finale di Champions, Ancelotti potrà farlo tra pochi giorni. «Vorrei restare - ha detto ieri - ma la decisione spetta al Chelsea: tra una settimana sapremo». Le altre soluzioni italiane non convincono: da Delio Rossi a Gasperini e Mazzarri. L'eventuale e improbabile permanenza di Montella sarebbe comunque temporanea: in caso di una sua conferma, a dicembre verrebbe ingaggiato un allenatore per la stagione successiva. Guardiola resta il sogno, ma occhio a Prandelli e Capello. Tutte da scoprire anche le strategie di mercato. Sabatini attende di conoscere il budget che dovrebbe aggirarsi sui 40 milioni di euro (più il ricavato delle cessioni) e ha già in mano due-tre giocatori da contrattualizzare. Intanto sta ultimando una lista da sottoporre all'allenatore per definire il piano che dovrà riportare la Roma in Champions. Tradotto: bisogna costruire una squadra in grado di arrivare nei primi tre posti del campionato. Solo in difesa vanno presi almeno cinque pezzi: un portiere, un'alternativa a Cassetti, un titolare a sinistra e due centrali di riserva. A centrocampo, se resterà De Rossi, arriverà un «pezzo grosso». Altrimenti ne serviranno due. L'idea di base è una Roma capace di giocare con tre mediani e tre attaccanti. I centravanti ci sono già - Totti e Borriello - e c'è bisogno di esterni. Andrà acquistato il sostituto di Menez e quello di Vucinic nel caso partisse anche il montenegrino che al momento ha meno chance di conferma rispetto a De Rossi. Nomi in entrata? Pastore è il sogno per l'attacco, Sandro per il centrocampo. Ma nella lista di Sabatini sono in buona compagnia.

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