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Djokovic, il nuovo sovrano

Djokovic

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Semplicemente inarrestabile. Tre anni dopo il primo trionfo romano, Novak Djokovic torna sul trono degli Internazionali d'Italia battendo 6-4 6-4 Rafa Nadal e sancendo l'ormai prossimo sorpasso al vertice della classifica mondiale. Per l'ufficialità basterà probabilmente attendere il Roland Garros, visto che il distacco tra lo spagnolo e il serbo si è ridotto da sei mila a soli mille punti in meno di cinque mesi. In attesa del responso del ranking, ieri Djokovic ha dimostrato ancora una volta l'attuale imbarazzante superiorità sul resto del mondo tennistico, battendo Nadal per la seconda volta sulla terra battuta dopo nove sconfitte (soltanto Gaudio e Federer erano riusciti a fare altrettanto) e infilando la quarta vittoria di fila contro il maiorchino, impresa riuscita soltanto a Davydenko. La finale degli Internazionali è stata molto combattuta, forse non bellissima dal punto di vista tecnico, con molti errori da entrambe le parti, ma sicuramente spettacolare. Del resto, oggi Nadal-Djokovic è il meglio che il tennis mondiale possa offrire, l'atto conclusivo degli ultimi quattro tornei Masters 1000 (Indian Wells, Miami, Madrid e appunto Roma). Alla vigilia l'incognita principale era rappresentata dalle condizioni fisiche di Djokovic, costretto a battagliare fin quasi mezzanotte sabato sera contro Andy Murray e uscito dal campo stanchissimo e dolorante. Una mano al serbo l'ha sicuramente data la pioggia, ritardando di oltre tre ore l'inizio della finale, cominciata alle 19.15 di una fresca serata romana. Il resto l'ha fatto il maiorchino, stranamente passivo, falloso, inconsistente con la seconda di servizio (solo il 25 per cento dei punti conquistati) e non più dominante dal punto di vista fisico come una volta. Djokovic ha controllato il match fin dall'inizio, accelerato sul 3-3 a suon di vincenti, poi è distratto un game ma ha chiuso il primo set breakkando nuovamente Nadal con un favoloso cross di rovescio. In vantaggio 2-0 nel secondo dopo un'ora e un quarto, come era normale, Nole ha accusato un po' di stanchezza, sbagliato qualche colpo di troppo e permesso al numero uno maiorchino di rientrare in partita. Quando però la sfida è diventata una lotta, diversamente da quanto accadeva in passato, Nadal si è sgonfiato mentre Djokovic si è esaltato. E appena ha avuto l'occasione per chiudere la partita, avanti 5-4 nel secondo set, il serbo non se l'è lasciata scappare: Nadal è stato bravo ad annullare con coraggio tre match point consecutivi, ma il serbo l'ha sorpreso con due diritti favolosi. Le cifre del nuovo Djokovic sono eccezionali: 37 vittorie consecutive nel 2011 (arrivando in finale a Parigi migliorerebbe l'avvio record di McEnroe, 42 successi nel 1984) e 39 match di fila (trionfando al Roland Garros eguaglierebbe il primato assoluto di Vilas, 46 vittorie nel 1977), sette tornei conquistati e qualificazione alle finali di Londra assicurata con un anticipo irreale. «Sono felicissimo - ha dichiarato Djokovic a fine partita - ho battuto un grande campione, questa settimana Rafa ha giocato un tennis fantastico e voglio fargli i complimenti. Questo stadio è speciale, il Colosseo del tennis: ringrazio il pubblico romano per il supporto e le emozioni che mi ha trasmesso. Il numero uno? Sono concentrato sul Roland Garros, una vittoria mi permetterebbe di coronare un sogno inseguito una vita». E ora pienamente meritato.

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