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Inutile piangere adesso

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Ottomesi fa la Samp era stata a un soffio dalla qualificazione alla fase a gironi della Champions League, beffata dal Werder, poi stava interpretando con dignità il suo ruolo di formazione da classifica medio-alta, prima che puntiglio e permalosità inducessero Garrone al suicidio. Via Antonio Cassano, ispiratore e leader, poi via anche Pazzini, stavolta una questione di palanche, infine congedato Tonino Di Carlo, che aveva ben poche colpe. Per affidare a Cavasin una «mission impossible», quella della salvezza, svanita attraverso una serie di catastrofi, che gli osservatori più attenti ed esperti avevano facilmente preconizzato. La Capitale, le residue speranze di Europa nobile può affidarle alla sola Lazio, teoricamente in grado di operare il sorpasso sull'Udinese all'ultimo tuffo, anche se è francamente difficile ipotizzare una sconfitta interna dei friulani nel congedo di fronte al Milan. La Roma allontana in via definitiva i labili sogni dei tifosi più ottimisti, la fede che non si rassegna a ubbidire alla ragione e alla giustizia, tanti disposti a elencare le occasioni perdute e relativi rimpianti, pochi che abbiano l'onestà di ricordare i tanti punti raccattati lungo la strada in circostanze rocambolesche. Anche se è innata, negli appassionati dei propri colori, la vocazione a interpretare gli episodi a senso unico, rinfacciando i torti subiti e dimenticando i favori ricevuti. Con l'avvilente esibizione di Catania, dove i siciliani non hanno neanche dovuto accentuare i toni agonistici, si è forse conclusa anche l'avventura di Vincenzo Montella: che ha fatto il possibile, ma non abbastanza per ritagliarsi un futuro sulla panchina. Tante assenze, in questa ultima trasferta, poi anche l'infortunio a Juan che ha lasciato il posto a Loria. Protagonista, il difensore torinese, di una recita fantastica, il suo gol consegnava alla Roma il quarto posto e la Champions. Una recita che ha avuto il solo difetto della labilità, appena quattordici minuti tra il vantaggio romanista e la rete di Isla, che spianava la strada alla prevedibile passeggiata dell'Udinese a Verona. Nessuno, salvo il marcatore di giornata, meritevole di assoluzione, solenne bocciatura annunciata per l'ennesimo tentativo di convivenza tra Totti e Borriello, che l'accordo lo hanno trovato su un solo punto, non strusciare mai la palla. E adesso non soltanto l'incubo Europa League, ma perfino quello dei preliminari. Che altro potrà succedere?

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