PILLOLE DAL FORO

Presto,troppo presto, proprio come un anno fa quando fu sconfitto addirittura al primo turno dal miliardario Ernests Gulbis, poi tornato in un colpevole anonimato. Stavolta il carnefice di sua maestà Federer si chiama Richard Gasquet e, proprio come il lettone, ha un gran talento ma spesso dimentica di mostrarlo. Ci ha provato anche ieri, il francese, almeno per un set e mezzo, con colpi bellissimi alternati a valanghe di errori gratuiti. Una naturale incostanza quasi rassicurante per Federer, tranquillo e rilassato fino al 6-4 4-2. E poi cos'è successo? «Poi sono calato», ha ammesso lo svizzero a fine partita. Calato tanto da regalare il contro-break a Gasquet, sprecare due opportunità per salire 5-4 e servizio e poi capitombolare in un tie-break a senso unico. «Sì, è vero, ho avuto tante chance per vincere questo match, ho fatto più punti del mio avversario (102 a 97, ndr), ma sono molto deluso». Naturale, visti i precedenti: su nove incontri giocati Gasquet, attuale numero 16 mondiale ma già 7 quattro anni fa, aveva battuto re Roger in una sola occasione, la prima. Era il lontano aprile 2005, e da quel momento lo svizzero aveva umiliato il francese in ben otto circostanze. Fino al tie-break decisivo di ieri pomeriggio, condito da banali errori di Federer e splendidi punti di Gasquet. «Purtroppo è andata male – ha sospirato lo svizzero – ma può succedere». Può succedere, certo, ma resta il fatto che Federer chiuderà una gloriosa carriera senza aver mai trionfato agli Internazionali d'Italia, mentre il numero uno in pectore Novak Djokovic centra il 34° successo consecutivo battendo 6-4 6-1 Wawrinka in tarda serata e l'influenzato Rafa Nadal recupera un po' di forze e supera 6-4 6-2 lo scoglio Feliciano Lopez (per salvare la leadership mondiale il maiorchino dovrà battere oggi pomeriggio Cilic). Federer, del resto, non ci pensa e guarda avanti. Sa che ha avuto tanto in carriera, conosce – anche se qualche volta non accetta – i propri limiti attuali e punta agli obiettivi importanti: Roland Garros, Wimbledon e l'Olimpiade di Londra 2012. «Forse questa sconfitta non è un male – ha rilanciato lo svizzero – ho davvero bisogno di qualche giorno di riposo, poi tornerò ad allenarmi duramente per preparare Parigi». Re Roger non vuole abdicare.