Non sarà una passeggiata per i laziali
Appuntamentocon il Cagliari, altrettanto disincantato, del vecchio amico Roberto Donadoni. Stabilita la legittimità del trionfo milanista e accettata la sostanziale mediocrità di un campionato che ai rossoneri ha riservato labile opposizione, auspicabile almeno un gesto di contrizione, dopo lo shampoo di Galliani, da parte di Rino Gattuso. Che prometta dieci secondi di meditazione prima di lasciarsi andare a gesti e parole indegni di chi ai giovani dovrebbe offrire qualche modello di comportamento. Nel pomeriggio, nuovo episodio della soap opera alla quale gli appassionati si sono dovuti adeguare una volta accantonati, con largo anticipo, più ambiziosi orizzonti. Di scena la Lazio, Reja si augura che il Catania faccia il suo dovere contro la Roma il giorno successivo, brutto che certi segnali vengano dagli addetti ai lavori, che dovrebbero invece riservarli ai frequentatori dei bar dello sport. Ma, nello specifico, anche discutibile il bersaglio, non dei cugini in chiara difficoltà dovrebbe guardarsi, ma dall'Udinese, la squadra in chiaro vantaggio in quel residuo di corsa a tre per tagliare il traguardo al quarto posto, garante di una poltrona nei preliminari di Champions League. All'Olimpico, l'«happy hour» vedrà ospite il Genoa, non in grado di migliorare, ma neanche di peggiorare, la sua placida classifica. Squadra che però ha tenuto alta la tensione, senza fare regali, soltanto il Napoli lo ha battuto, nell'ultimo scorcio, ma soffrendo moltissimo per un tempo, a Marassi hanno lasciato le penne prima il motivatissimo Lecce, poi la Sampdoria che al derby chiedeva un soffio di ossigeno, negatole all'ultimo tuffo. Non va dimenticato, inoltre. che sulla panchina genoana siede Davide Ballardini, i cui rapporti con la Lazio non sono decisamente da idillio, dopo il brusco e polemico congedo. Non sarà dunque passeggiata, per i ragazzi di Reja, costretto a improvvisare la linea difensiva anche se dovesse recuperare Lichtsteiner, Scaloni laterale con Biava e Stendardo centrali per la rinuncia, pesante, ad Andrè Dias, squalificato come Brocchi e Kozak. Per le due squadre bocciate dalla volata Champions (Juve già al capolinea) comincerà poi una divertente partita a «ciapa no», o traversone, vale a dire il tressette a non prendere. Obiettivo comune, evitare quel sesto posto che significherebbe l'Europa dalla porta di servizio. Già la Juventus ha manifestato il suo disinteresse per questa autentica iattura, gli altri si appellano, a parole, al prestigio di una presenza internazionale, in realtà nessuno vorrebbe saperne di trasferte disagiate, di impegni nella serata del giovedì, di allenamenti saltati, insomma di effetti deleteri sul campionato. Evitare il sesto posto: sembra davvero l'ultima volata della stagione che sta per prendere congedo.