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A caccia di riscatto

Zarate

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Una stagione da 9 in pagella, la seconda da 3. L'ultima, a 180 minuti dalla fine, stenta ad arrivare alla sufficienza. È il rendimento alla Lazio di Mauro Zarate, l'acquisto più costoso dell'era Lotito (20 milioni per il cartellino, un'altra decina tra «commissioni» varie) con un ingaggio che sfiora i 2 milioni di euro. Somme considerevoli che, al momento, l'argentino non ha dimostrato di valere, tanto da far vacillare la società quando sul tavolo sono arrivate offerte più o meno allettanti. Nelle ultime giornate il rendimento di Zarate è salito di livello, anche se resta la macchia di quel rigore calciato in maniera sciagurata contro l'Udinese. I tifosi gliel'hanno perdonata, l'argentino dai nervi fragili - dopo la parata di Handanovic ha giocato con le lacrime agli occhi - è entrato nel cuore della curva Nord dal primo anno e non ne è mai uscito, neanche quando non gli riusciva più un dribbling e i compagni lo mandavano a quel paese. Ma la «ragion di Stato» non può guardare ai sentimenti, deve limitarsi ai numeri. E i numeri dicono che Zarate, più volte impiegato da prima punta a furor di popolo, ha finora risposto con soli sette gol. Che non sarebbero pochi per un rifinitore (a Napoli l'idrolatato Lavezzi segna anche di meno) ma sono decisamente insufficienti per un bomber. In più ci si mettono il non facile rapporto con Reja (i due non si amano ma si rispettano) e quello poco amichevole con parte dello spogliatoio. Non è un caso se ieri a pronunciare dichiarazioni pesanti sia stato proprio André Dias, che qualche mese fa rimproverò l'argentino di poco impegno in allenamento. «La Champions ormai è difficile, la società avrebbe dovuto prendere un bomber», ha detto il difensore ai tifosi all'ingresso del centro sportivo di Formello, tirando una frecciata ai compagni del reparto avanzato. Il punto è proprio quello: alla Lazio è mancato un attaccante da 15-20 gol a stagione. È vero che da Zarate non si poteva certo pretendere questo, ma è altrettanto ovvio che se nel prossimo mercato si vorrà rimediare a questa lacuna, i soldi bisognerà pure andarli a prendere da qualche parte. In mancanza degli introiti Champions, inevitabile pensare a qualche cessione eccellente. E se Rocchi e Floccari sono assai difficili da piazzare (improbabile che altre società garantiscano loro gli ingaggi percepiti a Roma) è sempre Zarate il giocatore biancoceleste ad avere più mercato. Lo vogliono in Inghilterra, lo vorrebbe soprattutto ancora la Juventus, che a gennaio per lui avrebbe offerto 15 milioni più Amauri. Tutti discorsi destinati a rimanere sulla carta in attesa della fine del campionato. Sì, perché se la Lazio dovesse miracolosamente centrare la Champions la cessione dell'argentino non sarebbe più neanche un'ipotesi e, con tanti soldi in più, si potrebbe anche affiancargli un bomber di razza in grado di sfruttarne gli assist. Ecco perché la conferma di Zarate passa anche attraverso i suoi piedi: trascinare la squadra, fare sei punti e incrociare le dita. Per alzare il voto stagionale alla sufficienza e mettere d'accordo chi lo adora e chi non lo sopporta.

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