Incantesimo Pennetta tra classe e bellezza
FlaviaPennetta blocca il Villaggio del Foro Italico per un'ora, firma autografi allo stand dell'Adidas con la fila di ammiratori che circonda il box del suo sponsor tecnico. «Ho giocato un tennis di livello medio-alto - afferma - avevo di fronte un'avversaria ostica: lei è stata più aggressiva, io non ho servito al meglio». Dopo l'infortunio alla spalla subìto lo scorso aprile, la tennista brindisina sta lavorando per ritrovare la miglior condizione fisica. Le cure fisioterapiche e il potenziamento muscolare hanno fatto il loro effetto, ora è necessario ritrovare il ritmo. «Sono molto soddisfatta, sono più avanti di quanto pensassi - afferma - cercherò di sfruttare i prossimi dieci giorni per allenarmi e tornare al top della forma. Parteciperò al torneo di doppio, mi aiuterà a ritrovare il ritmo giusto, quello che mi è mancato martedì sera». Flavia sorride e firma autografi, la processione di ammiratori sembra infinita: una ragazza arrivata da L'Aquila si fa autografare il libretto delle giustificazioni, un nonno premuroso mette sul tavolo palline da tennis per tutti i nipoti, neanche fosse un giocoliere. Poi arriva Niccolò, otto anni, che la guarda estasiato. «Flavia sei bellissima» gridano da fuori, lei quasi arrossisce e continua a firmare foto. La fila è interminabile, si allunga, circonda lo stand. C'è anche un ragazzo con le stampelle che attende il suo turno. Flavia piace alla gente. È una ragazza acqua e sapone, semplice, elegante. Non cerca alibi, né vuole alimentare alcuna polemica per la sconfitta. Ha giocato tardi, troppo tardi, con una temperatura improbabile e una cornice di pubblico non all'altezza dell'evento: si sarebbe potuto fare di meglio. «I tennisti sono abituati a giocare così tardi - afferma con convinzione spazzando via ogni tipo di illazione - l'orario della partita non ha influito sulla mia prestazione, anche se la sfida precedente è stata lunghissima. Ho iniziato il riscaldamento per tre volte, per poi interromperlo e riprenderlo di nuovo: ma sono cose che fanno parte del nostro mondo. Sono soddisfatta per i progressi della mia spalla, ho giocato per due ore e un quarto senza avvertire dolore, e questo è il miglior riscontro che potessi avere». Flavia si sposta dal box dell'Adidas al Villaggio vip, i bodyguard fanno fatica a tenere a freno l'entusiasmo degli appassionati. «Questo bagno di folla mi fa quasi paura - confessa scherzando - ma è bellissimo ricevere l'abbraccio di tutte queste persone, è la cosa più bella, va oltre l'emozione che può regalare una vittoria ottenuta sul campo. Mancano dieci giorni al Roland Garros, l'ambizione è quella di arrivare a Parigi in buone condizioni, per poi andare a Wimbledon». È il momento di tornare sul campo per allenarsi in vista del torneo di doppio: con la compagna argentina Gisela Dulko dovrà difendere il primato in classifica che detengono da febbraio scorso. Flavia punta dritta alla finale: il futuro le sorride. E lei, sorride al futuro.