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Roma provaci

Roma-Milan: Ibrahimovic e Riise

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La Roma perde un tempo. Quarantotto minuti di ritardo rispetto alla tabella di marcia per la squadra giallorossa partita ieri pomeriggio in treno alla volta di Milano («Guasto agli impianti di circolazione» recitava l'altoparlante di Termini). Ma stasera in campo contro l'Inter a San Siro non saranno ammessi ritardi né distrazioni per restare dentro l'unico trofeo stagionale che i giallorossi possono provare a vincere. C'è da affrontare la «mission impossible» per ribaltare quel bruttissimo 0-1 dell'andata che ha compromesso seriamente l'accesso alla finale in programma a Roma il 29 maggio all'Olimpico. Montella arriva all'appuntamento con la solita serenità e la voglia di spiegare come il capitolo Menez sia, per quanto lo riguarda, archiviato. «Si leggono tante cose non vere - attacca il tecnico in conferenza - e si può anche dire che il mister non ha rapporti con chi non gioca. Menez molte volte non è riuscito a interpretare bene le partite da subentrato. Con il Milan, se avessi avuto più minuti a disposizione, me la sarei giocata la carta Menez. Tra noi c'è un rapporto normale, credo molto in lui. Ma spesso sembra che le cose normali qui non si possano fare». La Roma senza Totti che sconta l'ultimo turno di squalifica in coppa e senza Taddei, anche lui fermato dal giudice sportivo, dovrà fare la partita, cercare di ribaltare un risultato pesante. Così Montella non ha dubbi quando gli si chiede se l'ipotesi di vedere in campo tutti e tre gli attaccanti sia percorribile. «Ci può stare perché la gara può durare anche 120 minuti. Vedremo». Ma Vucinic non sta benissimo e potrebbe toccare proprio a Menez partire largo con Borriello davanti. Poi il tecnico affronta quello che in molti hanno definito il vero problema di questa Roma: la concentrazione. «Non solo, in alcune partite la squadra ha aiutato poco la difesa. A Bari ad esempio l'abbiamo fatto di meno e siamo andati in difficoltà. Partita decisiva per il mio futuro? Non credo, un punto o un risultato non possono far pendere la bilancia da una parte. La squadra ha recuperato nove punti alla Lazio. La nostra media è da terzo posto: abbiamo fatto molti miglioramenti e il merito è anche dei ragazzi. Possiamo ancora dare un senso alla stagione anche se ci si aspettava di più». Ma non si nasconde davanti alle difficoltà della sfida di questa sera. «È difficile, anche per gli infortuni e per le squalifiche che abbiamo. Ci crediamo perché abbiamo i mezzi per provarci. Greco? Può fare più ruoli. Io sono chiamato a fare delle scelte e mi dispiace che magari abbia avuto poco spazio. Credo che in questo finale potrà esserci molto utile». La chiusura non può non essere legata al suo futuro e alle ambizioni del mestiere che ha scelto. «Penso solo a fare rendere al massimo la squadra per raggiungere gli obiettivi: poi si vedrà. Amo questo lavoro, ma è al tempo stesso è molto faticoso». Vero, soprattutto se si eredita una Roma a pezzi. Una finale di coppa Italia potrebbe far cambiare idea a qualcuno... o forse no!

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