Lazio, fine dei sogni

Fine della corsa. Con onore ma anche con tanti rimpianti. Perché anche stavolta la Lazio si è trovata di fronte un avversario più grande di tutto: la sfortuna e contro quella c'è poco da fare. Chi conosce la storia del club biancoceleste se l'aspettava, magari non riusciva a pensare che il dio del calcio avesse deciso un epilogo così beffardo. Certo, la Lazio poteva gestire meglio un primo tempo da libro degli orrori: fuorigioco alto, difesa di burro e Di Natale che segna una doppietta. Al riposo, però, scocca la scintilla, Reja s'infuria e cambia lo spartito della partita anche perché l'Udinese non si regge più in piedi e arretra troppo. Succede l'inverosimile: Rocchi entra, si guadagna l'episodio che può fare girare il campionato: rigore ed espulsione di Angella. Handanovic resta fermo, Zarate spreca la grande occasione. Poco dopo Kozak accorcia le distanze, colpisce un palo, Dias fallisce due volte il 2-2 e nel recupero Rocchi non arriva in tempo all'appuntamento. Finisce con la gioia friulana dopo la grande sofferenza e la Lazio battuta. E finiscono anche i sogni europei perché dovrebbe succedere di tutto: ossia Udinese e Roma che sono sopra, perdere tanti punti nelle ultime due partite e la Lazio fare il pieno. Impossibile insomma e perdipiù anche l'Europa League è a fortissimo rischio con la Juve che rinviene. Insomma in caso i biancocelesti facessero quattro punti c'è la quasi certezza di finire al settimo posto e quindi fuori dalle coppe nel caso il Milan non andasse in finale di Coppa Italia. Dipende dagli altri dopo tre sconfitte concecutive, quattro nelle ultime sei partite dove sono stati commessi errori colossali anche se pure gli arbitri ci hanno messo del loro. Reja e la sua banda si sono buttati via. Addio Champions, nel modo peggiore, addio supremazia cittadina che pure poteva essere una consolazione dopo tanti anni di bocconi amari da ingoiare. Un cocktail letale nell'ultimo mese ha steso la Lazio: disattenzioni clamorose, giocatori evanescenti e senza personalità, sviste arbitrali, squalifiche chirurgiche e la sfortuna. Tutto qui, difficile spiegare ai tifosi quello che è accaduto: venti milioni buttati dalla finestra per colpa di tutti. Dell'allenatore in parte ma soprattutto di molti dei giocatori che si sono sciolti al primo sole primaverile. E a questo punto sarebbe giusto ripensare al futuro di molti di loro, tecnico compreso.