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La corsa rosa in lutto per Weylandt

Dramma al Giro: muore il ciclista belga Weylandt

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"Quando ho saputo che il ragazzo era morto ho pensato di chiudere baracca e burattini e che non aveva senso andare avanti. Successivamente ho parlato con Angelo Zomegnan e con i corridori e loro sono i primi che vogliono andare avanti per rendere omaggio al collega. Domani per il Giro d'Italia sarà una giornata di lutto. Lo sarà in partenza ed in arrivo. Dopodomani invece torneremo a fare festa anche se con il cuore gonfio di dolore. Lo dobbiamo al nostro pubblico, ai corridori e soprattutto a Wouter". Sono queste  le parole del direttore di Rcs Sport, Michele Acquarone, in un giorno tragico per il Giro d'Italia. Da questo pomeriggio la corsa rosa non è più la stessa. La morte di Wouter Weylandt nella discesa del Passo del Bocco ha scosso tutti: organizzatori, ciclisti ed addetti ai lavori. L'unica, anche se molto parziale, consolazione è data dal fatto che tutto il possibile è stato fatto perché, per dirla utilizzando le parole del dott .Tredici che ha tentato di rianimarlo, "siamo arrivati entro un minuto ma si trattava di quella che una volta veniva definita morte sul colpo". I corridori sono arrivati al traguardo consci dell'incidente accaduto ma inconsapevoli della morte del loro collega. "Non abbiamo voluto dare la notizia del decesso prima che i familiari informassero la moglie perché la signora stava guidando in auto verso casa e lo avrebbe saputo per radio in quel momento", ha spiegato il direttore della corsa Angelo Zomegnan. Come da prassi la magistratura ha aperto un'inchiesta sull'accaduto ma è chiaro a tutti che si tratta di una tragica fatalità. Domani il Giro si prenderà un giorno per metabolizzarla a seconda di ciò che decideranno i corridori poi lo spettacolo andrà avanti.   ANNULLATA LA PREMIAZIONE A settembre sarebbe diventato padre, il ciclista belga Wouter Weylandt, 25 anni, del team Leopard-Trek, morto in seguito alle lezioni riportate nella caduta in discesa di cui è stato vittima durante la terza tappa, da Reggio Emilia a Rapallo di 173 km. Il ciclista è caduto durante la discesa dal Passo del Bocco. Il tentativo di rianimarlo sul posto è andato avanti per una quarantina di minuti ma non c'è stato nulla da fare: nell'impatto il giovane ha subito una frattura della base cranica e frontale abbastanza estesa e il massiccio facciale era fortemente compromesso. Weylandt è stato subito assistito dai rianimatori al seguito della corsa, gli sono state praticate iniezioni di adrenalina e atropina per far ripartire il cuore, poi è arrivato anche il personale medico dell'elisoccorso del 118 ma ormai la situazione era compromessa. Il tutto mentre la tappa proseguiva, con la carovana dei "girini" all'oscuro dell'accaduto e la frazione è stata vinta dallo spagnolo Vicioso in volata su un gruppetto di ciclisti con i quali era andato in fuga. Prim'ancora che la tappa si concludesse, però, l'organizzazione del Giro d'Italia aveva disposto l'annullamento della cerimonia di premiazione che era programmata. Il decesso del ciclista è sopravvenuto a tappa conclusa. LA FRENATA, POI LO SCHIANTO Stando ad una prima ricostruzione, il giovane ciclista subito dopo un tornante della discesa ha perso l'equilibrio, ha allargato la curva ed ha provato a frenare, lasciando sull'asfalto un scia nera di alcuni metri, la scia dei tubolari. Un pedale ha impattato contro un muretto basso, la bici si è impennata e come fosse un terribile elastico ha scaraventato Weylandt a forte velocità a una ventina di metri. Il belga ha picchiato duramente la testa contro l'asfalto, il caschetto di protezione si è rivelato inutile. Nel giro di pochissimi minuti le notizie arrivate sul traguardo hanno subito evidenziato la situazione disperata. Le immagini dall'alto di un elicottero che mostravamo un lenzuolo bianco sull'asfalto hanno poi confermato che il belga era deceduto. Diventato ciclista professionista nel 2005 con la Quick Step, Weylandt era un buon velocista e in carriera aveva vinto alcune tappe, tra cui la terza frazione ed ultima del Giro d'Italia dello scorso anno in terra olandese. Quest'anno il passaggio alla Leopard-Trek e al Giro era stato iscritto per prendere il posto del compagno di squadra Daniele Bennati, ko per una caduta. Il destino ha deciso così. In Belgio la notizia è stato uno choc per tutti. In carriera è il quarto corridore che muore in corsa nella storia del Giro dopo Orfeo Ponsin (1952), Juan Manuel Santisteban (1976) ed Emilio Ravasio (1986).   

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