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Segue dalla prima pagina di sport

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Adessoè l'Udinese la grande favorita per l'unica casella europea da riempire. Anche perché le due prossime avversarie, il Chievo a Verona e il Milan, ubriaco di festeggiammenti, al Friuli, non sembrano perticolarmente pericolose. La volata europea era il motivo più interessante del turno, il punticino lucrato dai romanisti nella serata dell'apoteosi milanista lasciava pensare che la Capitale un suo spazio potesse comunque ritagliarselo. Purtroppo la Lazio ha confermato la sua ricorrente vocazione al suicidio, pagando a carissimo prezzo un primo tempo di basso profilo. L'Udinese aveva prodotto squarci sanguinosi sulla fascia sinistra orfana di Radu, creando raffiche di occasioni, due sole delle quali sfruttate al meglio dal solito Totò Di Natale. Poi, quando un rigore e un rosso severo avevano confortato la volontà di rincorsa nella ripresa, Zarate ha voluto imitare Totti e ha offerto ad Handanovic il record del sesto tentativo dal dischetto eluso. La superiorità numerica ha prodotto un assalto di buona qualità, il gol di Kozak non è bastato per evitare la caduta, e forse l'addio ai sogni di Champions, adesso l'Udinese gode di una solida pole-position in vista del rettilineo finale. Naturalmente non sta meglio la Roma, due e un punto di ritardo rispettivamente sulle rivali. Margini non terrificanti, se ad ampliarne la dimensione non intervenisse una condizione che sarebbe azzardato definire splendente, come hanno testimoniato gli stenti contro un Bari già in vacanza, ma anche di fronte a una capolista, alla quale è stato sufficiente lanciare, in avvio di ripresa qualche messaggio eloquente. A Montella, basti pensare ai minuti concessi a Caprari ignorando Menez, non è parso vero di sancire la non belligeranza, confidando magari in un incrocio di risultati che potessero confortare le residue aspirazioni. Di buono, soltanto la vittoria esterna del Catania, al quale manca tuttavia ancora qualcosa per sentirsi al sicuro dopo le imprese del Cesena e del Lecce. In Puglia è ancora caduto il Napoli, lo stacca l'Inter di Leonardo, undici vittorie su altrettante uscite a San Siro: proprio dove mercoledì salirà la Roma per non dire addio anche alla Coppa Italia. Gianfranco Giubilo

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